Anche i venditori di schede telefoniche nei guai insieme ai truffatori. Attività dei carabinieri delle Stazioni di Badia Prataglia e Poppi, in Casentino, impegnate sul fronte del contrasto alle truffe. Oltre agli autori materiali dei raggiri, un finto assicuratore e un finto bancario, gli accertamenti sul territorio nazionale si sono concentrati sui punti vendita che sono soliti fornire utenze telefoniche, schede SIM intestate a terze persone non riconducibili al reale utilizzatore.
Come noto anche da servizi televisivi di noti network nazionali, spiega una nota dell'Arma, soprattutto a ridosso di grandi centri urbani, molti empori condotti da cittadini stranieri ed italiani o negozi di telefonia (in via residuale) sono soliti vendere schede pre intestate, per la maggior parte di gestori virtuali.
Gli investigatori casentinesi, sono partiti da due distinte truffe commesse ai danni di un anziano e di un uomo più giovane, nella prima un falso assicuratore e nella seconda da un sedicente bancario che avevano chiesto dati al telefono rispettivamente per la stipula di una polizza e per l'accesso al conto.
I carabinieri hanno accertato che i truffatori avevano acquistato le SIM utilizzate, presso due empori nel centro di Napoli e presso un negozio di telefonia della provincia di Caserta. Tra l'altro la donna intestataria del contratto, in quest'ultimo caso, rintracciata a differenza degli altri intestatari delle sim acquistate a Napoli, non ha riconosciuto come propria la firma per l'attivazione della portabilità del numero.
A finire nella rete degli investigatori, oltre ai reali utilizzatori delle utenze, in corso di identificazione, sono finiti un uomo straniero e un italiano, ambedue titolari di empori e di un negozio di telefonia in Campania, rispettivamente a Napoli e nell'agro di Aversa. Vengono loro contestati i reati di falsità in registri e notificazioni soggette a controllo dell'autorità e trattamento illecito dei dati.