L'evento
L'arrivo della Chimera ad Arezzo
Ad Arezzo ritorna la Chimera simbolo della città e il primo ad accoglierla è stato il sindaco, Alessandro Ghinelli, dopo essersi adoperato per esporla nella grande mostra internazionale “Vasari, il Teatro delle Virtù”, dedicata a Giorgio Vasari - che dal 30 ottobre al 2 febbraio 2025, vedrà arrivare, o tornare, oltre 100 opere dalle più note istituzioni italiane ed estere. Ghinelli ha dato il benvenuto alla Chimera anche in un post sul suo profilo social. “L’opera – spiega il direttore della Fondazione Guido d’Arezzo, Lorenzo Cinatti – è arrivata nella mattina di martedì e, accompagnata dal curatore del Museo Archeologico di Firenze, è stata sballata dalle casse per perfezionarne l’allestimento in mostra al primo piano della Galleria comunale come previsto, ci sarà anche un supporto multimediale”.
La Chimera ad Arezzo e il sindaco Alessandro Ghinelli
La mostra sarà allestita alla Galleria comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e nei suggestivi spazi dell’ex chiesa di Sant’Ignazio. Un evento che va a costituire l’apice del programma di “Arezzo. La città di Vasari”, sistema di celebrazioni dedicato all’artista, in occasione dei 450 anni dalla morte, a cura dal comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi e promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido d’Arezzo, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del MiC e Gallerie degli Uffizi.
La Chimera al suo arrivo ad Arezzo
Il progetto della mostra, curato da Cristina Acidini in collaborazione con Alessandra Baroni, porrà l’accento sull’utilizzo dell’allegoria, ovvero di quel patrimonio di invenzioni sacre e profane messe a profitto da Vasari per la gloria del granduca Cosimo I, suo protettore dal 1550 alla morte. A rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria, la Chimera, straordinario bronzo etrusco identitario del Museo Archeologico nazionale di Firenze, rinvenuto nel 1535 durante i lavori di scavo effettuati per volere di Cosimo de’ Medici intorno al baluardo di San Lorentino ed entrato immediatamente nelle collezioni ducali.
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