Verso il voto
Eugenio Giani e Alessandro Tomasi
La parola d’ordine per le candidature alla presidenza della Regione Toscana è “tempo”. Un concetto che vale sia per il centrosinistra che per il centrodestra.
PD E ALLEATI
La segretaria nazionale dem Elly Schlein non ha alcuna intenzione di affrettare l’ufficializzazione del nome di Eugenio Giani. In discussione non c’è il valore della scelta, ma i rapporti con gli alleati. Schlein da sempre lavora al campo larghissimo, la strategia che ha permesso alla coalizione di essere competitiva dal punto di vista elettorale, come nella riconquista dell’Umbria. La segretaria vuole continuare a seguire questa strada e il confronto con Giuseppe Conte e i pentastellati è serrato.
Proprio il M5s è l’ostacolo per la conferma del governatore uscente: da sempre è il suo maggior oppositore. Schlein sa benissimo che la naturale conclusione della partita è la ricandidatura di Giani, ma deve trovare il modo di superare il veto movimentista. Secondo le indiscrezioni al termine dell’incontro-maratona con Giani, avrebbe avuto un lungo colloquio telefonico con Giuseppe Conte. Sarà sufficiente una contropartita politica per far accettare il Giani bis? E se sì, quale? Serve, appunto, tempo. E le parole di Conte, che sta giocando la sua partita, non sono incoraggianti.
IL CENTRODESTRA
Dalla parte opposta il nome appare ormai scontato ed è quello di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia al secondo mandato, rieletto nel 2022. Militanza in Azione Giovani, prima volta consigliere comunale nel 2007 con Alleanza Nazionale, poi il Pdl e l’adesione a Fratelli d’Italia di cui è diventato elemento fondamentale in Toscana quando la Meloni lo ha nominato coordinatore regionale. Mercoledì 16 luglio a Palazzo Chigi vertice di maggioranza di un’ora e mezza tra la premier Giorgia Meloni, i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, Maurizio Lupi (Noi Moderati). Secondo le indiscrezioni avrebbero dovuto affrontare il tema delle candidature di Toscana, Veneto, Puglia, Campania, Marche e Valle d'Aosta.
Al termine della riunione, invece, Tajani ha spiegato che “non si è parlato di regionali, abbiamo fatto un punto della situazione, è stato uno dei tanti incontri per coordinare l’attività di governo”. Salvini ha scherzato con i giornalisti che gli chiedevano chi sarà il candidato del Veneto. “Io”, ha risposto. Anche sul fronte della coalizione di governo, dunque, serve ancora tempo. Ieri sera una voce romana bene informata mormorava sibillina “...se si votasse nel 2026 sarebbe davvero molto meglio per tutti”.