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La nomina

Sanità, Antonio D’Urso prepara le valigie, ora la Regione ha i giorni contati. Chi al suo posto alla guida della Asl Toscana sud est?

Arezzo, Siena e Grosseto in attesa delle decisioni di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. Rischia di essere la solita battaglia politica. E dietro le quinte sfida senza esclusione di colpi

Giuseppe Silvestri

02 Novembre 2024, 00:35

Eugenio Giani, Antonio D'Urso, Simone Bezzini

Da sinistra Eugenio Giani (presidente della Regione), Antonio D'Urso (dg della Asl Tse), Simone Bezzini (assessore regionale alla Salute)

Adesso c’è la data. A fine mese Antonio D’Urso lascerà la direzione generale della Asl Toscana sud est, la Aslona di cui fanno parte le province di Arezzo, Siena e Grosseto. Il manager andrà a ricoprire il ruolo di dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento. E’ svettato nella graduatoria e su di lui è caduta la scelta dell’ente guidato dal presidente Maurizio Fugatti. Un addio intelligente quello di D’Urso, visto che era al secondo mandato e quindi destinato ai saluti tra qualche mese. Ha anticipato i tempi per una nuova avventura che potrebbe accompagnarlo fino alla sospirata pensione.

Quindi nel giro di qualche settimana dovrebbe finalmente essere noto il nome del sostituto. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, e il suo assessore al Diritto alla salute, Simone Bezzini, devono individuare il manager che prenderà il posto di D’Urso. Un compito non semplice se vengono tenuti in considerazione gli equilibri politici. I tre capoluoghi di provincia, infatti, sono amministrati da coalizioni di centrodestra, mentre la gran parte degli altri comuni sono di centrosinistra. I primi hanno già preso posizione con un documento in cui lamentano una non adeguata considerazione rispetto ad altri territori regionali e chiedono alla Regione di essere ascoltati proprio in merito alla nomina del nuovo manager.

E’ chiaro che la scelta alla fine spetterà a Giani e quindi al centrosinistra, ma è altrettanto chiaro che i tempi diventano sempre più stretti e che su una macchina complessa come la Asl (9.500 dipendenti), non si dovrebbero riflettere i nervosismi politici o le guerre di nomine e incarichi, classico giochino all’italiana. Di ipotesi su chi siederà sulla preziosa poltrona ne sono spuntate già diverse e dietro le quinte la battaglia per raccogliere l’eredità di Antonio D’Urso è senza dubbio intensa. Resta un mese, anzi meno, visto che siamo già al 2 novembre. L’augurio è che si arrivi ad una scelta chiara e immediata. E per una volta più che le appartenenze politiche sarebbe giusto prendere in considerazione soprattutto capacità e competenza: la sanità resta il settore più importante e più delicato. Soffre in tutto il Paese e la Toscana non fa eccezione. Mai come ora è vietato sbagliare.

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