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Il contributo

Al Corriere di Arezzo, ad Arezzo Wave e Piazza Grande auguro altri 40 anni di energia e passione

Mauro Valenti partecipa al coro di messaggi per il compleanno del nostro giornale

Mauro Valenti

11 Marzo 2025, 00:08

Mauro Valenti

Mauro Valenti

Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo per celebrare i 40 anni del Corriere di Arezzo, mi è stata data carta bianca per condividere ricordi, emozioni e riflessioni su quel periodo e sul legame tra il giornale, Piazza Grande e Arezzo Wave. Così, mentre camminavo sulle colline aretine - che per me sono le più belle del mondo - ho iniziato a far riaffiorare immagini e momenti di un'epoca che sembra lontana, ma che sento ancora viva.

Gli anni ‘80:
Piazza Grande e la
nascita di Arezzo Wave

Negli anni ‘80 ero già dentro il mondo della comunicazione. Lavoravo a Radio Torre Petrarca, la radio rock più ascoltata di Arezzo e probabilmente una delle più seguite in Toscana, con frequenze che coprivano l'Adriatico e il Tirreno. Conducevo Radio Sballo, un programma seguitissimo che andava in onda ogni martedì e venerdì dalle 22 all'alba, e raccoglieva centinaia di telefonate - tutte da cabine telefoniche a gettoni - perché i cellulari ancora non esistevano. Comprai più tardi la radio che si trasformò in Radio Wave, la voce sonora del festival. In quegli anni, insieme a Nedo Settimelli (che purtroppo non c'è più) e Ivo Brocchi, fondammo Piazza Grande, il giornale che da aprile 1985 sarebbe diventato un punto di riferimento per il lavoro, la casa e il commercio ad Arezzo. Dopo pochi mesi lo presi completamente in mano da solo, ed è così che Piazza Grande divenne il mio primo “figlio simbolico”.

Due anni dopo, nel 1987, mi nacque il secondo figlio o figlia virtuale: Arezzo Wave. Già nel 1986 avevamo fatto una sorta di pre-Arezzo Wave allo stadio, con una rassegna di gruppi rock aretini suonando sotto la tribuna e un maxi-schermo che trasmetteva le partite dei Mondiali di calcio in Messico. Fu la mia prima esperienza da organizzatore in un vero spazio pubblico. Poi arrivò l'occasione: il sindaco Aldo Ducci, che ho sempre considerato uno dei migliori amministratori di Arezzo, mi disse una volta: “Bravo Valenti, sei proprio un gran rompico..., come lo ero io da ragazzo”.

Quel “complimento” me lo ricordo ancora oggi. E fu proprio Ducci a concedermi di usare il nuovo palasport Le Caselle per fare qualcosa di importante. Così nacque ufficialmente Arezzo Wave. Da quella data del marzo 1987, che diede il via ad Arezzo Wave, il festival crebbe in modo esponenziale. Dopo due edizioni al Palasport, lo spazio si rivelò subito insufficiente e dovemmo trasferirci in Fortezza per un paio d'anni.

Ma anche lì, complici presenze straordinarie come Elio e le Storie Tese e Mano Negra, lo spazio risultò troppo ridotto. Così scendemmo al Prato di Arezzo, che nell'edizione del 1991 ospitò una lineup incredibile: la prima volta ad Arezzo di Afterhours, Manu Dibango - il “Miles Davis africano” -, i Leningrad Cowboys, Negazione, Neffa, e tantissimi altri artisti che avrebbero poi lasciato il segno. Anche il Prato, però, si rivelò uno spazio troppo piccolo per un evento in continua crescita, senza contare i rischi legati alla vicinanza con le vetrate del Marcillat nel Duomo di Arezzo (le vibrazioni dei bassi a quell'epoca, diceva la Soprintendenza non erano il massimo per loro).

Fu così che Arezzo Wave si spostò ancora, questa volta al campo militare di via Arno, una nuova casa per il festival che vide passare artisti incredibili da ogni angolo del mondo: gli Yothu Yindi, aborigeni australiani, le Zap Mama, Lokua Kanza, Johnny Clegg, e su tutti, nel 1995, Ben Harper, scoperto da noi in data unica italiana. E ancora The Roots, Dave Matthews Band, e una programmazione che portava in città il meglio della musica internazionale. Dal 1996, con gli Skunk Anansie e Ivano Fossati ad inaugurare una nuova era, il festival si stabilì nella sua sede più iconica, lo stadio di Arezzo, dove rimase per dieci anni. Qui Arezzo Wave raggiunse il suo massimo splendore, diventando uno dei festival più importanti d'Europa e, soprattutto, l'unico evento di questa portata a ingresso gratuito nel mondo.

Pensare in grande:
il modello AW

Fin dal primo momento Arezzo Wave ha avuto una visione internazionale e un episodio lo dimostra bene: nel 1987 provammo a invitare Charles Bukowski, uno dei più grandi poeti del Novecento. La sua casa editrice ci rispose con una lettera in cui ci spiegava che non sarebbe potuto venire perché, parole loro, “ormai si dedicava solo alle scommesse sui cavalli e al bere”. Ma come segno di riconoscenza, ci mandarono una sua poesia inedita per l'Italia, un gesto che per noi fu già un grande successo, la prima edizione pubblicizzata con un autobus londinese rosso a due piani che girava con i giornalisti e il pubblico. Fu il primo segno di qualcosa di nuovo e sorprendente che presentava il festival.

Dal 1987 a oggi oltre 2 milioni di persone hanno partecipato al festival. Per la maggior parte di loro, l'ingresso è sempre stato gratuito. Questo significa che Arezzo Wave ha regalato emozioni, gioia e divertimento a un numero enorme di spettatori e ogni aretino, anche quelli che non hanno mai seguito il festival da vicino, può ricordare almeno uno o due artisti che ha suonato su quel palco.

Il Corriere di Arezzo e il rapporto con il Festival

Il Corriere di Arezzo ha avuto un rapporto molto stretto con il festival sin dall'inizio. Tra i giornalisti che ci hanno seguito con più attenzione ricordo con grande affetto Riccardo Regi, Federico Sciurpa e Andrea Niccolini. I primi due perugini veraci e ottimi professionisti da redazione. Andrea Niccolini era, invece, una vera “belva” del giornalismo musicale, l'uomo sul posto e sul pezzo, sempre.

Ogni anno, ad aprile, mi chiamava cercando di indovinare almeno uno dei nomi del cast di Arezzo Wave. E poi o anzi per prima in ordine di tempo c'era Cristina Marcantoni, una delle firme storiche del Corriere, che scrisse così bene del Festival nei primi anni che entrò a far parte della nostra organizzazione, diventando una figura fondamentale per la comunicazione e le pubbliche relazioni di Arezzo Wave e non solo.

Arezzo Wave nel mondo
e i grandi nomi

Arezzo Wave non si è fermato ai confini della città. Abbiamo portato il nome di Arezzo e gli artisti italiani con noi sui palchi più prestigiosi: Carmen Consoli al South by Southwest di Austin e al Joe's Pub di New York. Avion Travel negli stessi eventi e con lo stesso esito, con intervista di una pagina sul New York Times; Elio e le Storie Tese e Negramaro all'International Live Music Conference di Londra; Bandabardò, Afterhours, Subsonica, Tiromancino, Carmen Consoli e Avion Travel al Midem di Cannes. Per finire l anno scorso con Arezzowave in Los Angeles.

Arezzo Wave non è stato solo musica, ma un'esplosione di eventi culturali. Abbiamo ospitato o avuto con noi scrittori di fama mondiale come Alessandro Baricco e Luis Sepúlveda; icone musicali come Youssou N'Dour e Miriam Makeba; comici e attori di successo come Fabio De Luigi e Lillo & Greg; maestri del fumetto come Pablo Echaurren, Tanino Liberatore e Moebius.

Al Corriere di Arezzo, Piazza Grande e Arezzo Wave, auguro altri 40 anni di energia e passione.

Mauro Valenti - patron di Arezzo Wave

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