San Giovanni Valdarno
Delitto a San Giovanni
“Con mia mamma non ce la facevo più. Dovevo starle dietro giorno e notte. Ero stressata, esasperata, non ho retto”. Giuseppina Martin domenica sera in oltre un'ora di drammatico interrogatorio reso in caserma, ha raccontato al pm Francesca Eva come la notte precedente ha ucciso sua madre stringendole un foulard al collo mentre lei stava dormendo. E stamani sarà davanti al giudice Claudio Lara per l'udienza di convalida. Dal carcere di Sollicciano al tribunale di Arezzo, dove l'avvocato difensore Stefano Lusini potrebbe chiedere gli arresti domiciliari come misura alternativa.
Anche se la 66enne è accusata di omicidio volontario aggravato dal rapporto figlia-madre e quindi rischia in astratto fino all'ergastolo, la ex dipendente comunale non appare un soggetto pericoloso capace di reiterare il reato o di fuggire. E' pentita. Devastata, dice il legale. Valuterà il gip il da farsi, tenuto anche conto che l'abitazione di via Fermi teatro dell'omicidio è sotto sequestro.
Intanto domani alle Scotte di Siena sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Mirella Del Puglia, 93 anni da compiere, strozzata in camera. Una donna in salute ma, secondo la difesa dell'omicida, con crescenti problemi cognitivi, una condizione tale da rendere complicata la sua gestione. Da tre settimane l'anziana donna e Giuseppina, figlia unica, convivevano nell'abitazione di via Fermi. Pare che la signora fosse disorientata nel nuovo alloggio, senza i suoi spazi, i punti di riferimento, il suo mondo. Anche andare al bagno era diventata un'impresa.
La condizione di lucidità e di mobilità della ultranovantenne, spesso sveglia ad ogni ora, in movimento, disorientata, insomma da assistere, era diventata tale che non poteva stare più da sola e indipendente. Ma portarla a casa con sé non ha funzionato. Giuseppina era andata in pensione dal Comune anzitempo, con quota 100, proprio per stare più vicina alla madre che aveva bisogno. No, non ci sarebbe stato un litigio, secondo la ricostruzione dell'arrestata. Qualcuno sostiene che Giuseppina volesse avvicinarsi alla figlia, che vive ad Avezzano, in Abruzzo, ma con la nuova situazione legata alla presenza dell'anziana madre, era tutto diventato un problema.
Piuttosto, a lungo andare era come se alla 66enne - così si sarebbe sfogata - mancasse l'aria, si sentiva intrappolata, sola. L'istruttoria per l'accompagnamento da percorrere, un supporto presso strutture sociali che si occupano di anziani non realizzato. E così si è arrivati all'omicidio tra 8 e 9 marzo, dopo la festa della donna, con Giuseppina che si dirige verso la camera della mamma e la soffoca servendosi del foulard. Mentre il marito, ex agente di polizia municipale ed ex assessore, sta dormendo e non sente nulla. Non un delitto d'impeto ma neanche, per la difesa, premeditato cioè studiato, organizzato, pianificato. Poi è seguita la telefonata, anzi due, ai carabinieri, per chiedere l'intervento.
Infine l'arresto e le indagini su un caso che somiglia a quello di Alessandro Sacchi, l'ottantenne di Arezzo che lo scorso anno sparò alla moglie Serenella Mugnai, malata di Alzheimer, uccidendola. Riconosciuto semi infermo di mente al momento del fatto, l'uomo è stato condannato in primo grado a 10 anni. Il sindaco Valentina Vadi: “Una notizia terribile per tutta la comunità, siamo distrutti e profondamente addolorati”. In carcere Giuseppina non si dà pace ed è preoccupata più che per sé, per le conseguenze del suo gesto violento contro natura - sopprimere la mamma - per il marito e la figlia.
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