San Giovanni Valdarno
Resta in carcere Giuseppina Martin, la donna che ha ucciso la mamma 92enne stringendole un foulard al collo mentre dormiva. Un cedimento di nervi. Il buio. “Non ce la facevo più, ero esasperata”, ha ripetuto l'omicida di San Giovanni Valdarno interrogata ieri mattina dal giudice Claudio Lara, che poi ha convalidato l'arresto scattato domenica scorsa dopo che la stessa Martin aveva chiamato i carabinieri spiegando cosa aveva commesso. Da tre settimane, ha raccontato, la madre Mirella Del Puglia era andata a vivere in via Fermi e la situazione era precipitata. Uno stillicidio di richieste di intervento, il girare per casa, i vuoti di memoria. Pur affiancata dal marito, Giuseppina dice di non aver retto allo stress, di essersi sentita intrappolata. Così ha soffocato la mamma.
Il gip nell'ordinanza di ieri sottolinea la gravità del fatto e il sussistere di una pericolosità della 66enne, ma Lara lascia aperta la porta alla concessione dei domiciliari quando sarà indicato un luogo idoneo. L'avvocato Stefano Lusini sta adoperandosi per individuare una abitazione dove la donna, pensionata, ex dipendente comunale, possa essere trasferita dal carcere di Sollicciano in abitazione, con una misura cautelare meno afflittiva.
La casa di via Fermi teatro del delitto è sotto sequestro. E poi ci sarà da porsi il problema di indagare la mente di Giuseppina, se l'altra notte c'è stato uno stress patologico che ha ridotto anche in parte le sue facoltà mentali, trasformandola da donna normale e mite, in omicida. Un aspetto che, tecnicamente, ha i suoi effetti nel dosare la pena nel processo che ci sarà. Il reato è omicidio aggravato dal vincolo di consanguineità e si va dritti in corte d'assise, rischiando in astratto l'ergastolo. Poi, si sa, ci sono gli sconti per attenuanti e, appunto, semi infermità di mente qualora vengano rilevate da periti incaricati dal giudice.
Giuseppina alle prime ore della domenica si è alzata da letto ed è andata in camera della madre dove l'ha soppressa. Non trova riscontro, secondo quanto emerso dall'interrogatorio, la versione per la quale la donna avrebbe chiuso il marito in bagno prima di uccidere la madre. La sequenza dei fatti e cosa ci sia alla base del delitto, sono stati i temi ripetuti da Giuseppina in linea con quanto dichiarato al pm Francesca Eva la sera del fatto di sangue nella caserma dei carabinieri in Valdarno. Ieri la replica del racconto al carcere di Arezzo, dove la signora è giunta da Sollicciano con la polizia penitenziaria. Oggi sarà eseguita l'autopsia sul corpo della 92enne, alle Scotte di Siena, mentre gli inquirenti raccolgono e mettono insieme tutte le tessere della tragedia familiare.
Sarà poi il marito di Giuseppina probabilmente ad occuparsi delle esequie. Mentre la donna si preoccupa per lui, per la figlia accorsa dall'Abruzzo, è pentita per la mamma. Non ha saputo gestire la situazione, trovare un supporto. E' affranta. Distrutta. Con quella stretta al collo della mamma, ha sfogato lo stress e tutto il senso di impotenza accumulati nel periodo di assistenza alla madre anziana e non più lucida, che prima abitava da sé e dava comunque da fare, e ora necessitava di continua assistenza. Ingabbiata in un'esistenza che vedeva ormai di solo sacrificio, senza aria, Giuseppina non ha retto.
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