Mercoledì 22 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Il contributo

Il Corriere di Arezzo bussola per il territorio e sempre presente quando si parla di autismo e disabilità

Il messaggio di Andrea Laurenzi per i 40 anni della nostra testata

Andrea Laurenzi

28 Marzo 2025, 07:07

Andrea Laurenzi

Andrea Laurenzi

Se questa fosse una storia di fantascienza, basterebbe una DeLorean lanciata a 88 miglia orarie per portarci indietro nel tempo. Ma per fortuna, o purtroppo, il nostro viaggio nel passato e nel futuro lo facciamo attraverso la memoria e la carta stampata. E il Corriere di Arezzo, che spegne 40 candeline, per me non è mai stato solo un giornale, ma una sorta di macchina del tempo familiare.

Tra le immagini più nitide della mia memoria, c'è quella di mio babbo Dante con il Corriere sotto il braccio, compagno delle sue giornate. Ancora oggi, alla veneranda età di 88 anni, fedele alla carta stampata, ogni mattina se lo fa recapitare a casa come se fosse un rito. Il Corriere è sempre stato una presenza fissa, un ospite quotidiano che portava notizie, dibattiti e storie di un territorio che sentivo (e sento ancora) mio. Quando ho iniziato a fare il giornalista, prima a Cortona, poi ad Arezzo e in giro per l'Italia, il Corriere di Arezzo era già una bussola per chi voleva capire cosa succedeva attorno a sé.

Poi lungo il mio percorso l'autismo ha incrociato la mia strada. Era il 2008, e di esso sapevo ben poco: un nome misterioso, carico di ansia e di sfida. Da quel giorno, la mia vita ha preso una direzione diversa, difficile ma profonda, trasformandosi in un viaggio certamente più faticoso, ma ugualmente straordinario e pieno di emozioni. Mi sono ritrovato, quasi senza scelta, dentro il mondo della disabilità, spinto da un'urgenza ineludibile.

Ma come si raccontava allora questa realtà? E cosa significa narrarla oggi? Torniamo indietro. Gli anni ‘80 e ‘90 non erano proprio il paradiso dell'inclusione. La disabilità era un tema di nicchia, spesso trattato con pietismo o nascosto tra le pieghe della cronaca. Non esistevano i social, né una rete capillare di sensibilizzazione, e parlare di disabilità somigliava più a un sussurro che a un vero dibattito. Io ho scelto di esserci, per me, per tante famiglie e per gli amici. Ma non fraintendetemi: non ho compiuto nulla di straordinario o eroico. Ho semplicemente guardato mia figlia negli occhi e l'amore ha fatto il resto.

Credo fermamente che costruire una società più giusta e un futuro migliore dipenda solo dall'impegno quotidiano di ciascuno di noi, una scelta semplice, ma fondamentale. Il tempo scorreva, sono arrivati gli anni della mia maturità, segnati dalla pandemia, dalle guerre. Eppure, il Corriere di Arezzo è sempre rimasto al mio fianco. Con il passare del tempo, ho imparato ad apprezzare ancora di più il grande lavoro dei giornalisti: professionisti rigorosi, attenti e sempre pronti a informare, spesso sotto pressione, ma con un impegno serio e instancabile. Oggi, nel 2025, il panorama è profondamente cambiato; vediamo un giornalismo che parla di autismo, di diritti, di inclusione in modo più consapevole.

La disabilità non è più un racconto marginale, ma un tema sociale centrale. Certo la strada è ancora lunga e complessa ma indietro non si torna. E il Corriere di Arezzo, con la sua attenzione al territorio, ha accompagnato questa evoluzione, raccontando storie che hanno abbattuto barriere culturali.

Quando con l'Associazione Autismo Arezzo abbiamo iniziato a far sentire la nostra voce, i media locali sono stati alleati fondamentali. Oggi celebriamo dieci anni di impegno, segnati da vittorie e battute d'arresto, da gioie e difficoltà, ma mai soli. Perché siamo e resteremo parte di questo mondo. E il nostro cammino non si ferma qui. Nel 2015, Autismo Arezzo è nata come una scintilla, oggi è una luce che illumina percorsi, abbattendo muri e costruendo legami. Ma questo non basta: per cambiare davvero, abbiamo bisogno di tutta la comunità. Abbiamo costruito spazi di ascolto, lottato per il diritto all'inclusione, sostenuto centinaia di famiglie. Ora chiediamo un passo in più: un'azione collettiva, un patto di solidarietà che coinvolga tutta Arezzo.

In questo atipico viaggio il Corriere di Arezzo è sempre stato al nostro fianco. Non si tratta solo di fare informazione, ma di cambiare la percezione delle persone verso la fragilità e la disabilità. Ricordo con gratitudine chi, negli anni, ci ha dato spazio e voce, aprendo brecce nel muro dell'indifferenza attraverso testimonianze di genitori, iniziative e riflessioni. Perché le parole hanno il potere di trasformare la società. Ma oggi, cosa ci riserva il futuro? La sfida è mantenere alta l'attenzione. Viviamo in un'epoca di sovraccarico informativo, in cui tutto corre veloce, l'apparenza e la menzogna spesso sono considerate come la verità, eppure i giornali locali, con il loro legame autentico con la comunità, restano essenziali. Perché una città senza il suo giornale è come un albero senza radici.

Il Corriere di Arezzo, che ha attraversato quattro decenni di storia, ha un ruolo da giocare: essere la memoria collettiva, la voce delle battaglie, il megafono delle storie che contano. Se potessi davvero salire su una DeLorean e viaggiare nel tempo, vorrei vedere un futuro in cui la disabilità non è più un tema da spiegare, ma un concetto assodato, naturale, integrato nella quotidianità. E chissà, magari in quel futuro troverò ancora mio babbo con il giornale sottobraccio, mentre sfoglia le pagine di un Corriere di Arezzo che continua a raccontare il mondo, con la stessa passione di sempre.

Andrea Laurenzi, Giornalista, presidente dell'Associazione
Autismo Arezzo

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie