L'addio allo stilista
Armani e Beppe di Sugar; l'anello del 2003
"Re Giorgio" Armani e Arezzo, più di un legame. Esprime profonda commozione Beppe Angiolini, il popolare Sugar, buyer e presidente onorario di CBI – Camera Buyer Italia. “Con la scomparsa di Giorgio Armani, il mondo intero perde non solo un Maestro della moda, ma un uomo che ha saputo trasformare il vestire in linguaggio universale, elegante e senza tempo”.
Angiolini, che ha condiviso con Armani innumerevoli circostanze professionali, tra sfilate, incontri e ricevimenti, prosegue: “La sua visione ha superato le passerelle, ha ridefinito l’estetica del vivere e ha dato voce a generazioni che, attraverso le sue creazioni, hanno imparato che la vera eleganza non è mai ostentazione, ma armonia, misura e libertà.”
Beppe di Sugar, direttore artistico di Oro Arezzo e anche art director della città di Arezzo, punto di riferimento sia per estetica che sostanza, conclude: “Mi inchino alla grandezza di un uomo che resterà immortale, perché il suo segno non è inciso solo nei tessuti e nelle forme, ma nella memoria collettiva di chiunque abbia creduto che la moda potesse essere arte, cultura e identità”.
Un altro prezioso legame tra Arezzo e Giorgio Armani, scomparso a 91 anni dopo una carriera straordinaria, è il filo d’oro che nel tempo ha unito il territorio aretino, distretto dei preziosi, con i massimi stilisti. Era il 2003 quando “Re Giorgio” creò un anello poi realizzato dall’azienda Oro Accessory – Falcinelli Italy.
Giuliano Centrodi, “padre” e curatore scientifico della straordinaria collezione Orodautore, visitabile nel palazzo della Fraternita dei Laici, ci ricorda: “Conserviamo, esposto nella mostra, un anello frutto della creatività di Giorgio Armani. Venne esposto prima a Milano poi ad Arezzo. È in oro nero ruteniato, con pietre taglio carrè: tre binari di tormaline verdi”.
Centrodi, che era presente all’inaugurazione della mostra a Milano, ricorda che Armani prese parte all’evento, insieme a Ferrè e Dolce & Gabbana. C'erano Centrodi, le autorità e Daniel Virtuoso, direttore del Centro Affari di Arezzo responsabile degli eventi. Cristina Lucchini, direttrice di Vogue Gioielli, sottolineò il valore dell’apporto dato dagli stilisti – era la prima volta che avveniva questa sperimentazione – per illuminare un universo, quello della gioielleria, che rischiava di rimanere statico.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy