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Ungulati

Meno cinghiali e meno danni all'agricoltura. Ma sono nei posti sbagliati. Cacciatori pronti alla stagione degli abbattimenti: i dati

Nel 2024 richieste di risarcimenti per 300 mila euro. La situazione ora è cambiata

Luca Serafini

27 Settembre 2025, 07:39

Giovanni Giusti

Giovanni Giusti, presidente Atc 1, fa il punto

I cinghiali calano di numero, dimezzate rispetto a un anno fa le richieste di risarcimento danni degli agricoltori, ma ungulati troppo spesso sulle strade e a ridosso delle abitazioni, causa di incidenti, spavento e disagi. “I cinghiali sono di meno, ma sono nei posti sbagliati”, sintetizza con una battuta efficace Giovanni Giusti, presidente Atc 1 (Arezzo, Valdarno, Valdichiana, Casentino).

Con l'inizio del mese di ottobre, l’1 ottobre, si apre la stagione della caccia in braccata al cinghiale, in aree vocate e non vocate, con uno scenario un po’ diverso rispetto a 12 mesi fa.

“Le squadre nel nostro territorio sono 53, con 2.388 cacciatori iscritti” prosegue Giusti “numero che di anno in anno si ridimensiona: un’erosione che va di pari passo con il calo, intorno al 5 per cento, dei cacciatori in generale”.

Il presidente dell’Atc Giusti va avanti: “Ciò che stiamo rilevando è che la presenza di cinghiali è diminuita sensibilmente, per questioni legate evidentemente alla riproduzione della specie, per l’azione del lupo e per la carenza di alimentazione nel loro habitat naturale, ma anche per effetto dei prelievi venatori. Lo scorso anno i capi abbattuti sono stati 4.542, il 70 per cento della quota che a livello regionale era stata prevista, un piano di abbattimento sovradimensionato, come del resto quello di quest’anno, che fissa in 5.975 capi l’obiettivo”.

La minor presenza di ungulati nel nostro territorio, argomenta Giusti, è resa evidente anche dal crollo del numero di domande per i risarcimenti da parte degli agricoltori. “Nel 2024 le pratiche pervenute all’Atc furono 248, per un ammontare economico di 300 mila euro di danni alle colture, mentre quest’anno, ad oggi, siamo a 88 pratiche e potremmo concludere intorno a 120 con una cifra molto inferiore”.

Per contenere i cinghiali, oltre al periodo delle braccate, si fa leva anche sul cosiddetto articolo 37, valido nel corso dell’anno, che presuppone interventi specifici in determinate aree, in squadra, girata o appostamento.

Altra possibilità concessa agli specialisti della caccia al cinghiale è quella di esercitare l’attività nelle aree non vocate, con avviso all’Atc 48 ore prima.

Intanto si susseguono sui social le immagini di cucciolate di cinghiali che attraversano le carreggiate delle strade o che si insediano in zone urbanizzate, con strascico di inconvenienti, incidenti, fastidio. A Cortona e Castiglion Fiorentino gli episodi più recenti. Gli stessi danni alle colture, pur ridimensionati, non sono azzerati: importante il contenimento della specie che sempre di più sconfina vicino a paesi e città per sfuggire al lupo e in cerca di cibo. Infine, dal nord scende la peste suina africana (virus che non si trasmette all’uomo) segnalata a Lucca. Arezzo non è ancora interessata, ma l’allerta è alta.

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