Velocità, sicurezza e cassa
Via al censimento degli autovelox
Autovelox, è iniziato il censimento. A fine novembre sapremo quanti sono realmente intorno a noi e in tutta Italia, sulla viabilità ordinaria e in autostrada. Se sono 11 mila come sostengono alcuni, o molti di meno come ritengono altri. Una mappa reale e ufficiale su tutta la rete stradale italiana.
Ci sono 60 giorni di tempo per gli enti locali (Comuni e Province), ma anche per Polizia Stradale e Carabinieri, per inserire gli apparecchi di rilevazione della velocità nell’archivio centralizzato. Quelli non registrati al 30 novembre saranno dichiarati inutilizzabili, con annullamento di tutte le multe relative.
La piattaforma telematica è stata predisposta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) in base al decreto direttoriale 305 del 18 agosto 2025. Enti locali e forze dell’ordine devono procedere all’inserimento delle postazioni attraverso le credenziali rilasciate dal Centro elaborazioni dati della Direzione generale Motorizzazione. Marca, modello, tipo, matricola e altri dati devono essere indicati (con l’obbligo di comunicare ogni variazione).
Si tratta di una novità con la quale il Mit retto dal ministro Matteo Salvini vuol mettere ordine nel settore, con criteri di trasparenza e al fine di contrastare il fenomeno del fare cassa con le cosiddette macchinette. La mappa una volta stilata sarà fruibile e consultabile dai cittadini, che oggi si avvalgono di app per conoscere l’ubicazione degli autovelox, o delle informazioni diffuse sul sito della Polizia di Stato.
Resta però irrisolto il problema centrale, ovvero l’omologazione dei dispositivi di rilevamento della velocità, con il risultato che le sanzioni sono impugnabili e la materia sdrucciolevole. Un vero e proprio caos che discende dal pronunciamento di aprile 2024 della Cassazione che ha stabilito la nullità delle multe legate alle foto scattate dagli apparecchi approvati ma non omologati. Questione giuridica e burocratica complessa, che apre la strada a valanghe di ricorsi contro le multe incentrate, appunto, sulla mancata omologazione dei dispositivi. L’incertezza normativa la fa da padrona. In ballo ci sono molti soldi e anche molti punti di decurtazione sulle patenti.
Irrisolto anche il dilemma tra autovelox intesi come strumenti per fare cassa da parte dei Comuni e come deterrente contro la velocità, causa principale di incidenti stradali mortali.
Ad Arezzo dopo il pullulare di postazioni spuntate come funghi ormai molti anni fa, è seguita la stagione della drastica riduzione di autovelox. Alla falcidie sono sopravvissuti quelli ad Arezzo lungo la tangenziale, via Don Minzoni, e sul raccordo. In provincia a febbraio si è registrata l’iniziativa del comune di Castelfranco Piandiscò. Altri municipi come Cortona hanno introdotto i contenitori arancioni, vuoti, che funzionano come dissuasori. Nel comune di Arezzo più volte è stato annunciato l’autovelox a Vitiano, nel tratto altamente pericoloso teatro di incidenti gravissimi, come quello costato la vita alla giovane Federica Canneti (ottobre 2022). Tutto si è fermato, nonostante la predisposizione dell’allaccio tecnico, e nonostante i vari annunci, per la mancanza di certezze in materia.
Ora un primo passo verso la disciplina della materia autovelox a livello nazionale. Si comincia con il contare le macchinette e almeno sarà chiaro dove si trovano. Quelle che non appariranno nella mappa ufficiale saranno prive di ogni valore. Quindi occhio al calendario e, quando sarà stilata, occhio alla cartina.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy