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L'intervista

Gualberto Gualdani l'uomo di Ponte Buriano, memoria storica e nuove sfide

Sara Polvani

06 Ottobre 2025, 12:37

Gualberto Gualdani

Gualberto Gualdani

Gualberto Gualdani, fondatore e presidente dell’Associazione Borghi d’Arno, memoria storica di Ponte Buriano, si racconta.

-    Come nasce la sua passione per Ponte Buriano e quale legame c’è con il ritratto della Gioconda di Leonardo da Vinci?

La passione per Ponte Buriano ritengo risalga alla mia nascita ed alla crescita. Sono nato nell'attuale centro storico e da piccolissimo trasferito nell'appartamento, oggi si definirebbe mansarda, di un mio zio. Era situato lungo l'Arno, alla fine delle arcate del Ponte, direzione Arezzo – Castiglion Fibocchi. Non andavo ancora a scuola e ho ricordi indelebili della mia prima infanzia.

La storia che ci ha fatto conoscere e trasmessa dai media internazionali è nata concretamente nel 1976, a seguito del libro “Bozambo” scritto dal dottor Mario Lucherini: fino ad allora nessuno conosceva la data di costruzione del Ponte e tantomeno il suo legame con la Gioconda.

-    Come ha conosciuto lo storico dell’arte Carlo Starnazzi e quale ricordo ha di lui?

Una casualità positiva mi ha fatto conoscere personalmente il professor Carlo Starnazzi esattamente nel settembre 1993. Avevo letto alcuni suoi libri. Era un paleontologo, ricercatore presso l'Istituto di Ecologia del quaternario dell'Università degli Studi di Firenze e membro dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria, ha collaborato con l'Istituto geografico militare e con la rivista “Archeologia viva” oltre che docente presso il Liceo scientifico di Arezzo.

Nel luglio 1993 si inizia a far battaglia contro l'innalzamento della diga. Iniziai a mandare lettere alle istituzioni, associazioni e ministeri. All'interno delle buste per i Ministri allegavo, oltre che al comunicato, sempre copia del manifesto dell'azienda di promozione turistica di Arezzo e foto che avevo avuto un'opportunità, ancor più casuale grazie al comandante del Nucleo Elicotteri Vv.Ff. di Arezzo, di fare con l'elicottero. Era la metà del mese di maggio del 1990, quasi quattro anni prima dell'inizio degli studi da parte di Starnazzi. Ricordo che le fotocopie a colori, a quel tempo, venivano fatte da una sola azienda. Li consegno la mattina ed il giorno mi ritorna una persona che avevo inviato a riprenderle e mi riferisce di aver trovato un professore che era interessato alle foto aeree dandomi nome e luogo dove poterlo incontrare: prof. Carlo Starnazzi insegnante, allora, al Liceo Classico. Mi reco e si presenta immediatamente, guarda le foto e rapidamente e decisamente mi indica quella che inquadra il Ponte e l'ambiente circostante. La stessa mi fece pensare molto, e personalmente capii cosa rappresentava. La stessa è stata pubblicata da tutti i media anche   internazionali. E da allora nacque una stimatissima amicizia con Carlo Starnazzi. Mi portava sempre con sé. A Vinci, all'Istituto geografico militare ed altri. Spesso ha condotto i grandi al Parco che abbiamo denominato “La Gioconda”.

-    Qual è il percorso che l’ha portata a presiedere l’Associazione Borghi d’Arno?

Personalmente per fare opposizione a provvedimenti che, a nostro avviso, avrebbero danneggiato l'ambiente e la vita ho scelto la creazione di un comitato. Quello per la tutela e valorizzazione di Ponte Buriano Cincelli è nato nel 1988. Era un'associazione spontanea alla quale aderirono in molti, anche minori e di altri nuclei. Gli incontri sono sempre avvenuti con i membri e soci della Cric. I verbali e richieste venivano firmati congiuntamente insieme al presidente della cooperativa.  Iniziai fin dall'inizio, dopo essere stato eletto presidente, ad evidenziare quello che si avrebbe dovuto fare per la valorizzazione e soprattutto la tutela dell'ambiente. Nel 1993 esce la notizia dell'innalzamento della diga con conseguente scomparsa del paese.

-    Quindi cosa accadde?

Iniziai a scrivere articoli e nel frattempo organizzai assemblee in tutte le frazioni interessate. Trovai, con numerosissime presenze, grandi interessi e risposte. Pertanto in una congiunta assemblea chiesi di cambiare nome ed eleggere un nuovo direttivo con rappresentanti di ogni paese. Addirittura Monte Sopra Rondine e Meliciano scelsero i due parroci persone molto equilibrate e amorevolmente interessate alla tutela. Fui confermato presidente. Nel 2019 iniziai a pensare che i comitati fossero visti troppo per il “no” e anche se in pratica il nostro ha sempre detto no a qualche progetto ma ha sempre proposto soluzioni alternative decisi di proporre il cambio. Organizzai diversi incontri e riunioni per cercare di coinvolgere più frazioni possibili che si trovavano ubicate lungo il percorso Arno. Ed il 28 febbraio 2020 mi recai all'Agenzia delle entrate per registrare l’Associazione Borghi d’Arno. Lo statuto prevedeva il subentro al comitato con gli stessi indirizzi e il direttivo esteso a 21 persone. Per il 18 marzo avevamo fissato una conferenza stampa a Monte Sopra Rondine per la formale presentazione. Poi il 5 marzo arrivò la normativa sul Covid che creò non pochi problemi. Comunque il 20 agosto riuscimmo a fare un'assemblea con tutte le istituzioni, circa 240 intervenuti per concordare un insigne lavoro. Fu un'assemblea molto attenzionata dai nostri media.

-    Quali sono le attività più importanti realizzate?

Molte lunghe importanti e ben seguite sono state le battaglie, si pensi che fino ad ora possiamo dire di averle tutte vinte anche grazie al coinvolgimento istituzionale e di varie associazioni che siamo riusciti a coinvolgere. Ovviamente anche i media, Corriere compreso, ci hanno sempre dato un grandissimo aiuto sia per la tutela che per la valorizzazione.

Cinque anni è durata la “guerra” contro l'innalzamento della diga, dal 1993 al 1998. Nel 2002 e nel 2019 abbiamo lottato per escludere le richieste di autorizzazioni per l'apertura di cave.

Paradossalmente terminato quello con l'Autorità di Bacino dovemmo aprire un serio confronto anche con la nostra amministrazione comunale la quale aveva redatto un piano per la riduzione del rischio idraulico in Arezzo. Una pagina dedicata a Ponte Buriano prevedeva un argine, di consistente altezza e dimensione che partiva dal Ponte e attraversava tutto il parco fino alla collina del bosco. Ovviamente furono interessati i media, ben nove pagine di osservazioni al Consiglio e fu accantonato.

Anche per la valorizzazione si è fatto molto. Già nel maggio 1999 sono state fatte richieste per il restauro conservativo dello storico Ponte. Nel 2013 ci fu anche un corso internazionale di restauro per monumenti antichi tenuto dall'illustre professor Massimo Ricci.

-    Quali altri interessi coltiva?

Mi ritengo indigeno del paese, ho avuto hobby, sempre per sfruttare i bellissimi ambienti: ho costruito sette canoe in legno perfettamente funzionanti ed addirittura definite da qualcuno “opere d'arte”. Arno e mare.

Poi con il Cai, passeggiate in montagna (essenzialmente Alpi) e scalate in passi attrezzati. Ultimamente mi dedico con molto piacere anche all'agricoltura.

-    Progetti futuri?

I maggiori interessi sono gli impegni che le precedenti amministrazioni avevano assunto. Pensiamo che è stato reso inaccessibile anche il museo dedicato agli studi di Carlo Starnazzi nonostante che alcuni privati si siano fatti carico di notevoli spese, riconosciute anche nell'accordo, peraltro anche registrato, che a suo tempo la Provincia fece con la Cric. In futuro i nostri progetti, resi molto difficili dalle attuali amministrazioni, non possono variare. Sistemazione del Ponte, decente cartellonistica ed illuminazione, area storico-archeologica.

Infine la previsione, già fatta nel 1995, di riscoprire l'antico selciato: il tutto per rendere effettiva la valorizzazione.

IL PROFILO

 Gualberto Gualdani è nato ad Arezzo, a Ponte Buriano, all'una del 7 agosto 1946 e registrato poi all’anagrafe il 9 agosto. A 24 anni, pur lavorando, decide di tornare a scuola. Una serale era alla scuola geometri e con grande impegno e soddisfazione si diploma con 60 sessantesimi. Dà due concorsi in Comune e vincendoli viene insignito prima del titolo, poi di geometra capo di strade, fogne, parchi e giardini. È fondatore e presidente dell’Associazione Borghi d’Arno.

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