Il ricordo
Vincenza Drago Macrì
Si è spenta, all’età di 90 anni, Vincenza, vedova del dottor Saverio Macrì, donna di grande cultura e passione civile. I funerali si terranno domani, martedì 7 ottobre, alle ore 15, nella chiesa di Badia al Pino.
Figura colta e curiosa, Vincenza aveva compiuto studi classici in un momento storico in cui non tutti avevano la possibilità – né l’idea – di studiare. Professoressa di lettere, ha dedicato la vita alla cultura e all’insegnamento, mantenendo sempre viva una mente attenta alle dinamiche storiche e geopolitiche. La sua casa era un piccolo osservatorio sul mondo, dove la lettura, la riflessione e il dibattito erano all’ordine del giorno.
Ogni anno tornava nella sua amata Sicilia, per assistere alle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, dove l’INDA continua da oltre un secolo a rendere vivi i drammi antichi. Per lei, quello spettacolo era una festa senza tempo da condividere con la famiglia: un rito collettivo che unisce passato e presente e che fa di Siracusa il cuore pulsante della cultura mediterranea.
Fino agli ultimi istanti della sua vita, Vincenza ha continuato a chiedere notizie sul mondo – in particolare sulla situazione dei dazi imposti dal governo Trump – segno di una curiosità che non l’ha mai abbandonata.
In un contesto, quello del Sud Italia di un tempo, in cui il ruolo di capofamiglia era spesso affidato all’uomo, Vincenza rappresentava un’eccezione: era lei ad avere le redini della famiglia, a tenere unite le persone, a intessere relazioni come un’artista che con pazienza e forza tesse i fili della sua opera.
“Vissi d’arte, vissi d’amore”: le parole della Tosca di Puccini sembrano racchiudere il senso più profondo della sua esistenza. Vincenza ha davvero vissuto d’arte e d’amore — con la grazia, la fermezza e la curiosità che solo le grandi anime possiedono.
Alla famiglia Macrì le condoglianze della redazione del Gruppo Corriere.
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