"Aggredito dai contestatori di Salvini a Livorno". La denuncia di un aretino: dito rotto e derubato

"Io accedevo liberamente 48 ore fa a Livorno all’incontro della Lega per le elezioni regionali in Toscana e da libero cittadino sono stato aggredito da bande di facinorosi, con spranghe, sputi. Mi chiamavano “fascista” e altri epiteti. Questa è l’Italia di oggi”.

Lorenzo Caiazzo, casentinese, racconta dell’aggressione subita mercoledì a Livorno durante la contestazione ricevuta da Matteo Salvini e altri ministri del governo Meloni arrivati a Livorno per un’iniziativa elettorale della Lega in vista del voto per le regionali in Toscana. L’evento, ospitato a Palazzo Pancaldi, ha portato oltre un centinaio di manifestanti ad attendere l’arrivo degli esponenti dell’esecutivo. Ci sono stati petardi esplosi, parolacce e insulti rivolti al vicepremier che poi si è espresso così: "La Toscana è culla del Rinascimento, della bellezza, della cultura della democrazia, ma quella di oggi a Livorno non è una bella pagina per la Toscana e per la democrazia". Nel caos c'è finito anche Caiazzo che ci racconta di aver subito un'aggressione e un furto. Ha presentato denuncia ai carabinieri di Poppi.

Tutto è accaduto prima che Lorenzo riuscisse ad entrare nel palazzo dove si teneva l'incontro. “Ho un dito rotto e diverse ecchimosi, mi hanno rubato una giacca e un paio di occhiali da sole, mi volevano rubare anche la borsa – ci racconta - qui siamo arrivati ad aver paura di uscire di casa. Questa è la democrazia in Toscana? Questa è la democrazia in Italia? Queste persone che aggrediscono così, non hanno alcun credo politico. Non sono un eroe, ci mancherebbe, ma non si può picchiare le persone che partecipano ad un incontro pubblico di natura politica. Per fortuna la democrazia italiana ha i suoi anticorpi anticorpi”.