L'appello
Strada regionale 71
Ogni strada è potenzialmente pericolosa e può riservare disagi a chi la transita o ci abita a lato. La strada regionale 71 ha più problemi delle altre. Dopo quasi un secolo (costruita nel 1928) e con il mondo che è completamente cambiato, il tema della SR71 ormai da adeguare, è ricorrente. Delle sue criticità hanno parlato anche i candidati alle imminenti elezioni regionali. Il Comitato cittadino SR71 + sicura, dal 2021 cerca di svolgere un ruolo di raccordo delle varie istanze e di stimolo verso politica e istituzioni, sull'arteria che scorre dal Casentino alla Valdichiana, passando per Arezzo: incroci a raso, attraversamenti, un lungo ininterrotto centro urbano. Presidente del comitato è Gian Carlo Faralli che rivolge un appello proprio ai candidati.
- Dalla vostra costituzione in comitato, sono stati ottenuti risultati?
Direi di no e proprio per questo rinnoviamo l'appello a chi entrerà nel Consiglio regionale della Toscana a prendersi cura di questo tema, per niente secondario, che fa parte della quotidianità di migliaia e migliaia di persone. La strada regionale 71 non ce la fa più per la mole di traffico cui è sottoposta, è una strada di vitale importanza e merita attenzione.
- In una realtà in cui non si riescono a finire opere come la Due Mari, ritiene verosimile che possa essere realizzato un percorso alternativo più scorrevole?
Noi ci battiamo per il miglioramento dell'attuale percorso. Sono state realizzate varianti, in Casentino, a Cortona, opere da completare e che producono benefici. Altre bretelle servirebbero per aggirare agglomerati urbani dove la viabilità nelle ore di punta raggiunge livelli impressionanti, come a Castiglion Fiorentino con code chilometriche da viale Mazzini a Cozzano. Nel tratto da Arezzo in avanti, prima di Camucia, non è stato progettato nulla. Si è investito altrove.
- C'è chi sostiene che le varianti impoveriscono anche economicamente i centri oggi attraversati dalla SR71.
Non è un'argomentazione valida. Chi vuol passare dai paesi ci passa, come avviene a Camucia che non ha subito alcuna penalizzazione.
- Torniamo al miglioramento, anzi “rimodellamento” della SR71, come si è sentito in campagna elettorale.
Le aree di sosta lungo la strada regionale sono una necessità. Avevamo anche fornito alle istituzioni una mappa dei punti critici e di quelli dove ci sono le condizioni per intervenire. Terreni demaniali per i quali anche gli espropri sarebbero facili. Il transito dei mezzi pubblici ma anche dei mezzi di servizio, come la raccolta rifiuti, rende spesso problematica la circolazione e con degli accorgimenti tecnici per consentire le soste, si potrebbero migliorare le cose. Stesso discorso per i tanti mezzi agricoli che specialmente in determinati periodi dell'anno percorrono la 71. Invece si ripetono situazioni, oltre che di disagio, anche di rischio, per manovre delle auto che mettono a repentaglio la sicurezza. Andrebbe realizzato un tavolo che su questa e altre questioni coinvolga Regione, Provincia, Comuni, aziende dei servizi pubblici.
- Marciapiedi, illuminazione, velocità.
Gli enti preposti hanno di fronte più di un caso di deficit lungo la SR71. Luoghi in cui mancano del tutto i marciapiedi, benché molto urbanizzati. Altri dove manca l'illuminazione, anche in corrispondenza di posti di ritrovo molto frequentati con presenza di persone anche di notte. Quanto alla velocità, il Comitato piuttosto che gli autovelox, sui quali regna ancora l'incertezza normativa, aveva suggerito i tutor. Un sistema di controllo dell'andatura media lungo questa strada che ormai è come se attraversasse un unico grande centro urbano. No a strumenti per fare cassa, sì a tutte le forme anche tecnologiche o di segnaletica per disciplinare il traffico veicolare.
- Rimodellare la 71 sarà davvero un impegno dei nostri nuovi consiglieri regionali?
Spero proprio di sì. Il parco auto aumenta, la regionale non è più all'altezza. Anche le sfide future, e pure a queste dobbiamo pensare, come la stazione alta velocità Medioetruria, impongono ai politici e agli amministratori di guardare oltre, ad un territorio che coniughi sviluppo, qualità della vita, sicurezza. Una mobilità moderna, adeguata ai tempi che viviamo e pronta per quelli successivi.
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