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Arezzo

Con il ritorno della Minerva un evento per Colcitrone e tutta la città

Dopo l'annuncio del ministro Giuli l'attesa per il bronzo legato in modo viscerale al quartiere

Luca Serafini

12 Ottobre 2025, 07:47

La Minerva

La Minerva, il sindaco Ghinelli, il ministro Giuli e don Alvaro

Tra l'annuncio e l'evento manca il più, l'organizzazione, ma sul ritorno della Minerva ad Arezzo si sta lavorando seriamente. Il ministro della cultura Alessandro Giuli ha assicurato che il bronzo sarà esposto presto nella città dove fu ritrovato nel 1541 durante lo scavo di un pozzo presso la chiesa di San Lorenzo. Che è la chiesa affidata nel 2023 a Porta Crucifera e in questo 2025 compie mille anni.

È stato don Alvaro Bardelli nella recente visita del ministro a chiedere a Giuli il trasferimento della Minerva per l'occasione. E nei giorni scorsi è pervenuta la risposta positiva, insieme allo sblocco di finanziamenti per il restauro della Pieve di Santa Maria, compreso il campanile.

Il quartiere di Colcitrone ha molto a cuore questo possibile ritorno del bronzo che, secondo solo alla Chimera, per gli aretini vuol dire identità e appartenenza benché si trovi a Firenze.

L'intenzione è quella di creare un evento spalmato su più giorni, un'esposizione che duri almeno un paio di mesi, possibilmente entro il 2025 che volge al termine, e l'auspicio è che la Minerva venga prestata dal Museo archeologico di Firenze a inizio novembre.

Il consigliere regionale Gabriele Veneri, che ha fatto da tramite per l'istanza, punterebbe anche a qualcosa di più, cercando di ottenere la statua della dea in via permanente. Ci sarebbe una disponibilità nuova da parte dell'istituzione principale in materia, il ministero della cultura appunto, favorevole a valutare certe ricollocazioni di tesori nei luoghi di provenienza.

Un passo alla volta. La Città del Natale con la Minerva sarebbe il top dopo l'edizione del 2024 che vide la Chimera sotto i riflettori della Galleria d'arte contemporanea in piazza San Francesco. Un successo. La location per la Minerva? Don Alvaro e il quartiere rossoverde preferirebbero la chiesa di San Lorenzo, all'interno di una teca, per far fluire un po' della folla nella parte alta della città, il cuore cittadino di Colcitrone. Sarebbe un suggestivo ritorno alle origini per il bronzo che giaceva qui, nel luogo che in antico ospitava una casa romana precedente alla chiesa.

Oggi nella piazzetta c'è una riproduzione della Minerva. Quella vera è l'obiettivo. Lavori in corso, dunque, per il nuovo soggiorno della divinità romana della saggezza, dell'artigianato e della guerra strategica. Collegata al culto etrusco di Menrva, spesso identificata con la dea greca Atena, protettrice degli artigiani, dalla tessitura al commercio. Non è un caso che fosse lì nel quartiere che deve il nome, Colcitrone, all'attività preminente che si esercitava tra le attuali via Colcitrone, via San Niccolò, Piaggia di San Lorenzo e le strade limitrofe: quella dei materassai. In latino culcitrones.

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