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L'intervista

Barbara Fabbroni, criminologa e scrittrice con milioni di followers: "Osservo e racconto l'animo umano"

La psicoterapeuta aretina si racconta. Libri, tv, rubriche social e Crime Caffè

Sara Polvani

20 Ottobre 2025, 07:12

Barbara Fabbroni

Barbara Fabbroni

Barbara Fabbroni è psicoterapeuta, criminologa, giornalista, scrittrice e opinionista televisiva. Autrice di numerosi saggi, articoli scientifici e divulgativi, unisce competenza e sensibilità nel raccontare la mente umana attraverso linguaggi diversi: dalla carta stampata alla televisione, dai podcast alle rubriche social seguite da milioni di persone. Con il progetto Crime Caffè esplora i misteri dell’animo e della cronaca, trasformando ogni storia in un viaggio di consapevolezza e riflessione.

Un percorso intenso, costruito con passione, studio e sensibilità, quello di Barbara Fabbroni, che oggi ci accompagna in un viaggio tra psicologia, criminologia e comunicazione, raccontandoci la sua storia, le sue ispirazioni e i suoi progetti futuri.

-    Come nasce la sua passione per la psicologia?

La mia passione per la psicologia nasce da una curiosità profonda verso l’essere umano. Fin da bambina mi affascinavano le emozioni, i comportamenti, i silenzi. Mi chiedevo perché alcune persone reagissero con forza e altre con fragilità, perché l’amore potesse trasformarsi in dolore, o la paura in rabbia. Crescendo, quella curiosità è diventata vocazione. La psicologia mi ha offerto la possibilità di guardare dentro le persone, ma anche dentro me stessa. È un viaggio continuo, un percorso di ascolto e comprensione che non finisce mai. Amo l’idea che attraverso la parola e la consapevolezza si possa trasformare la sofferenza in crescita.

-    Quali sono state le figure di riferimento per la sua formazione e quali le tappe più importanti della sua carriera?

Sono molte le figure che hanno lasciato un segno nel mio percorso. Da Freud a Jung, da Rogers a Winnicott, da Heidegger a Berne, fino ai grandi maestri italiani come Bruno Camillacci, ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di prezioso sul funzionamento dell’animo umano. Ho avuto anche il privilegio di confrontarmi con colleghi straordinari e con allievi che mi hanno arricchito tanto quanto i maestri.

Tra le tappe più importanti della mia carriera ci sono la laurea in psicologia clinica, le specializzazioni in psicoterapia, la formazione in criminologia e il mio ingresso nel mondo della comunicazione. Scrivere, raccontare, divulgare la psicologia e la criminologia attraverso libri, articoli e media televisivi è stata una naturale evoluzione: il desiderio di portare la scienza alla portata di tutti, con un linguaggio chiaro, semplice ma soprattutto umano.

-       È anche criminologa, giornalista, blogger, opinionista televisiva, autrice di numerosi saggi, articoli scientifici ed è seguita da milioni di followers. Quale ruolo la coinvolge di più e come riesce a conciliarli?

In realtà, tutti questi ruoli fanno parte di un’unica identità: quella di una donna che ama osservare, comprendere e raccontare la realtà. La criminologa indaga la mente che devia, la psicologa ascolta, la giornalista racconta, l’autrice elabora e trasforma. Ogni ruolo si nutre dell’altro. Ciò che mi coinvolge di più è la possibilità di creare ponti: tra scienza e società, tra cronaca e riflessione, tra dolore e consapevolezza. Riuscire a conciliare tutto è una questione di passione e disciplina. Lavoro molto, ma ogni progetto nasce da un’emozione vera. Quando sento che una storia o un tema può aiutare qualcuno a comprendere, allora so che vale la pena di dedicargli tempo ed energia.

-    Ha ricevuto diversi riconoscimenti, l’ultimo il 10 ottobre a Roma nella 19ª edizione nazionale del Premio Armando Curcio per la Cultura. Cosa rappresenta per lei?

Ricevere il Premio Armando Curcio per la Cultura è stata un’emozione profonda. La menzione mi ha regalato profonde emozioni: “per la cultura, la scrittura dell’enigma, per la maestria narrativa che tiene il lettore con il fiato sospeso, la capacità di costruire labirinti e svelare verità sconvolgenti, l’arte di descrivere illato oscuro dell’animo umano dove il confine tra giusto e sbagliato si dissolve”. Non tanto per il riconoscimento in sé, quanto per ciò che rappresenta: la conferma che la cultura, l’impegno e la ricerca interiore sono ancora valori che vengono premiati. È un segnale di fiducia nel lavoro costante, nella scrittura, nella divulgazione e nella capacità di toccare corde autentiche nel cuore delle persone. Ogni premio è una tappa, ma anche un nuovo inizio. È il segno che ciò che fai ha un senso, che il tuo messaggio è arrivato. E allora continui, con la stessa passione, ma con un pizzico di responsabilità in più.

-    Quali altri interessi coltiva?

Amo l’arte in tutte le sue forme: il cinema, la letteratura, la musica, la fotografia, le arti figurative. Mi piace osservare come la creatività umana riesca a dare forma all’invisibile, a ciò che non si può dire con le parole. Adoro viaggiare, perché ogni viaggio è un incontro con l’altro, ma anche con parti di sé che non conosci. E poi amo il silenzio, la natura, la montagna. Sono luoghi di rigenerazione, dove ritrovo equilibrio e ispirazione. Mi piace anche la cucina naturale e la cura del benessere psico-fisico: credo fortemente che corpo e mente debbano dialogare in armonia.

-    Progetti futuri?

I progetti sono tanti, e tutti legati dal filo rosso della mia professione e della consapevolezza. Sto lavorando a nuovi libri che intrecciano psicologia, emozioni e società, e a format televisivi che portino la riflessione psicologica dentro la cronaca, ma con un linguaggio empatico e accessibile. Continuerò a sviluppare la mia rubrica Crime Caffè, che ormai è diventata una community seguitissima: un luogo dove il mistero si intreccia con l’anima umana, e dove ogni storia diventa occasione di riflessione.

E poi c’è un sogno che porto con me: creare una grande rete culturale e sociale dedicata alla prevenzione, all’ascolto e alla consapevolezza emotiva, per trasformare il dolore in opportunità di rinascita.

 

 

IL PEOFILO

Barbara Fabbroni, aretina, è una voce autentica del nostro tempo: coniuga mente e cuore, scienza e umanità, trasformando la conoscenza in consapevolezza e la parola in strumento di cura. Si laurea in Psicologia presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sull’anoressia e bulimia che diventa un libro. La sua missione resta la stessa di sempre: comprendere per far comprendere, raccontare per aiutare a rinascere.

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