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Arezzo

Maurizio Bianconi come un tornado sulla politica aretina: "Comandano sempre i poteri forti"

La corsa a sindaco, i giudizi caustici dell'ex onorevole del centrodestra ed ex presidente del consiglio comunale. E chi salva

Luca Serafini

28 Ottobre 2025, 08:37

Maurizio Bianconi

L'avvocato Maurizio Bianconi

Ama Arezzo in modo viscerale, ma da due decenni risiede in Versilia. Non va più a votare da quando è uscito dal Parlamento perché ha un pessimo concetto di tutti i partiti compresi quelli del centrodestra, ma la sua casella di posta elettronica inizia con “pdl”. L'avvocato Maurizio Bianconi è così. Fu regista e protagonista del primo ribaltone al Comune di Arezzo (1999) salvo poi entrare in rotta di collisione con l'amministrazione di Luigi Lucherini.

Sentiamo cosa osserva dalla sua postazione, l'ex onorevole, mentre la politica aretina frizza in vista delle elezioni di primavera.

- Bianconi, cosa fa?

Faccio il mio ultimo mestiere, l'osservatore politico: interviste a Radio 24 e Radio Casa Italia, scrivo su la Vocina, rivista politica con il sindaco di Agliana, Benesperi. E scrivo libri. Da poco, per Amazon, è uscito Geopolitica e Realpolitik, un'opportunità da non perdere.

- Perché vive in Versilia?

E' il mio posto dell'anima.

- Per chi batte il cuore politico?

Per nessuno. E non voto, per non essere complice di questo sfacelo. Meloni e Schlein sono la stessa cosa: atlantiste, per la Nato, filoamericane, per il riarmo, per l'agenda Draghi. Unica differenza sui diritti civili e, detto per inciso, le posizioni reazionarie non sono le mie.

- Una sua massima su Arezzo è: chi vince vince, tanto non cambia nulla.

Perché non è così? Dominano poteri paesani ma tenacissimi: lo dissi quando mi dimisi da presidente in consiglio comunale.

- Elezioni. Previsioni sulle candidature.

Impossibile. In gioco dinamiche e fattori ancora non decifrabili. Quando scegliemmo Lucherini e non lo voleva nessuno, fu Roma a dire che andava bene.

- Fu vittoria, storica, per il centrodestra. Poi vi siete scontrati.

Non ho mai condiviso una politica troppo personalistica ed edificatoria che a mio modo di vedere non guardava allo sviluppo sociale ed economico di Arezzo. Quel grande costruire ha portato a livelli di immigrazione spaventosi e alla svalutazione degli immobili ad Arezzo. Magari si saranno accontentate le cooperative, i progettisti, ma i risultati strategici che ci ponevamo erano altri.

- Quali?

Ho sempre pensato e lavorato per una Arezzo “città stato”, in grado di allargare la sua influenza sui territori circostanti, fino ad Umbria, Marche e Lazio. Come aveva fatto il vescovo Tarlati a suo tempo. Era possibile, aumentando le opportunità economiche e turistiche con una serie di sinergie mirate.

- Il candidato sarà un politico o un esponente della società, delle professioni?

Un politico no di certo, la politica è scomparsa.

- Dieci anni di governo, mettono il centrodestra in una posizione di vantaggio?

Non credo. C'è un grumo di potere immarcescibile che regge le sorti della città. Dai tempi del sindaco Paolo Ricci in avanti è così: un governo post partitico con le leve in mano a soggetti economici e associazioni influenti.

- Cosa servirebbe?

Un vero progetto e una personalità seria che lo garantisca.

- FdI sempre più forte.

sì ma vive sull'equivoco di apparire come una cosa di destra, in realtà è un po' una neo Dc. Ad Arezzo gode del vantaggio di avere Francesco Macrì, vero politico a differenza di altri.

- La Lega e Vannacci?

Non sono compatibili.

- C'è la componente civica che conta e della quale la vice sindaco Lucia Tanti è interprete.

Lucia Tanti è la migliore amministratrice espressa in questo periodo. Se ha il taglio per fare il sindaco non compete a me dirlo. Dico però che chiunque vada su, se la tenga stretta. E' preparata, sa le cose, sa quello che dice, sa farsi da parte, sa fare.

- Il suo giudizio sul sindaco Ghinelli?

Delusione umana e politica.

- Alle regionali exploit di Casa Riformista, l'area del dottor Stefano Tenti, che si propone a sindaco per il centrosinistra. Ha una primaria struttura privata della sanità: può candidarsi?

Dico che non è illegale, casomai non è opportuno. Credo che qualche problema lo porrebbe, non incoraggia la fiducia del cittadino. E lo dico pur conoscendolo bene, so che è capace, a suo tempo facemmo un'intesa tra cattolici e Unione dei cittadini. Tenti ha voglia di fare ed è legittimo: è operoso, bravo, vuol coronare un sogno che non so se sia un desiderio un po' avventato.

- Il Pd, tolto Vincenzo Ceccarelli, in città scarseggia di amministratori di rango.

Il Pd ha fatto peggio della destra, quando qualcuno emergeva lo buttava giù: si è autodistrutto. A livello provinciale osservo Filippo Boni, valdarnese, vediamo se questa nuova classe ha qualità.

- Marco Donati non demorde, lui è già in campo.

Era deputato quando ero anche io in Parlamento e il suo impegno fu apprezzabile. Seguo con interesse la sua iniziativa cittadina, domestica, non centrista in senso tecnico, fatta sulle cose: è sottovalutato dall'amministrazione, che talvolta fa finta di non sentirlo. In realtà è documentatissimo, può aver torto o meno. Il potere ironizza spesso sulla competenza: quando parlavo io, dall'opposizione, uscivano tutti e io continuavo. Detto questo, non so quanto peso specifico Donati abbia.

- Città del Natale alle porte, Arezzo brillerà.

E' lo sviluppo ... della fiera del mestolo. Una immagine che funziona ed è giusto non buttare via l'occasione, sarebbe da idioti, ma non era questo ciò che sognavamo.

- La ex Lebole si muove.

La ex Lebole è un buco nero della storia di Arezzo sul quale un giorno se avrò voglia scriverò. Furono quei poteri ai quali alludo a bloccare l'idea che esisteva per l'area, non appena acquisita dai privati. Con Tito Barbini eravamo d'accordo, il progetto sarebbe andato avanti con spinta bipartisan. Sarebbe nato un centro convegni, un enorme teatro e auditorium, un albergo, una scuola con investimento pubblico, e il privato avrebbe avuto modo di operare. Dalla Regione sarebbe arrivato il sostegno economico. Una grande riqualificazione dell'area Lebole e Centro affari, uno sviluppo, un volano. Con il commerciale e le cubature adeguate. Mi guardarono di traverso come fossi un trafficone, figuriamoci: ho gestito milioni di euro come segretario amministrativo del Pdl, non sono attaccabile manco per una cialda del caffè.

- Ma ora c'è Bertelli.

Una iniziativa che non viene dalla politica, ma personale, assai utile alla città. Un mecenate che così facendo afferma il suo percorso di vita: la Pieve, la Buca, i Costanti, palazzo Carbonati. Un approccio non da affarista, ma fatto con sentimento, da ammirare e stimare.

- Sicurezza.

Ci si poteva aspettare di più. Se c'è paura a percorrere certe zone della città, se capitano episodi di microcrimine con tanta frequenza, un motivo ci sarà. Invece si va avanti con questa visione autodifensiva delle statistiche.

- Dazi, guerre, riflessi sulla nostra economia.

L'estremo valore dell'oro non aiuta la nostra produzione: aumenta la materia prima, non il fatturato. Situazione preoccupante. Il sistema bancario dovrebbe tornare all'investimento interno, aumentando il credito alle imprese che producono: ricucire la rete produttiva che regge l'Italia. Aziende innovative sì, ma una piattaforma basata sui mestieri.

- Calcio: l'Arezzo vola.

Vediamo... Intanto va molto, molto meglio degli ultimi anni.

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