Il caso
Lei fu gravemente ferita dal compagno quando era incinta. Ora è diventata mamma di un bellissimo bimbo. E anche lui, rinchiuso in carcere e accusato di maltrattamenti e lesioni, è genitore a tutti gli effetti della creatura dopo il riconoscimento avvenuto oggi negli uffici comunali di Arezzo.
La storia è quella della giovane donna alla quale il partner staccò un pezzo di lingua con un morso dopo un litigio. Un bacio trasformato in tagliola. Era la notte tra 14 e 15 giugno 2025 in città, zona Guido Monaco. Stamani, martedì 4 novembre. si è svolta la prima udienza del processo e c'è stato anche il passaggio all'anagrafe, allo sportello unico, dove il giovane ha riconosciuto il bimbo, con il consenso della madre.
Al di là di come finirà il processo, al di là delle strade diverse intraprese - il trentenne attualmente è in carcere a Prato, lei accudisce il piccolo ad Arezzo - i due assistiti dai rispettivi legali hanno scelto di compiere questo gesto. Tutto si è svolto sotto l'occhio vigile degli operatori della polizia penitenziaria. Qualcuno si è anche commosso. Il giovane ha potuto vedere il figlio a debita distanza. Tra i genitori non c'è stato contatto. Poi nell'aula del tribunale, alla Vela, si sono solo incrociati gli sguardi. Un contesto di civiltà pur nella delicatezza della vicenda.
Lui sul banco degli imputati e lei parte civile rappresentata dagli avvocati Osvaldo Fratini e Daniela Rossi. Il 9 dicembre il processo entrerà nel vivo. L'imputato deve rispondere di condotte violente, calci alla donna in stato interessante, e di quell'episodio che rappresenta una delle pagine peggiori della cronaca aretina: il morso alla lingua. Accadde in Guido Monaco la scorsa estate. Delle amiche raccolsero il pezzo di organo amputato e in ospedale, al San Donato, l'operazione di ricucitura è riuscita. La giovane donna parla. Ha un danno permanente importante, ha subito una lesione gravissima, è stata ferita anche nell'anima.
La difesa dell'ex compagno - avvocato Silvia Gori e avvocato Teresa Malentacchi - ha chiesto una perizia psichiatrica per accertarne la capacità di partecipare consapevolmente al giudizio dato che pare abbia problemi seri in questo senso. Il collegio giudicante, con presidente Anna Maria Loprete, al momento non lo ha ritenuto necessario. Più avanti si vedrà. La prossima volta alla Vela saranno sentiti i testimoni. Intanto nella brutta storia c'è la lieta notizia del fiocco azzurro. Il bimbo nato nei mesi scorsi. Il cognome che porta è quello della mamma.
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