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Verso le amministrative

Barbara Croci (Pd): "Per il nuovo sindaco di Arezzo aggregare tutti quelli che non si riconoscono negli ultimi 10 anni"

Il tavolo del centrosinistra, le nomine di Giani in Regione e su Ceccarelli: "Autorevole, ma scelgono unione comunale e coalizione"

Luca Serafini

16 Novembre 2025, 07:44

Barbara Croci

Barbara Croci

I riflettori della politica si spostano da Firenze al Comune di Arezzo. Definito il puzzle della Regione, l'obiettivo sono le amministrative 2026. Nel centrodestra si sta per sciogliere il dubbio Gabriele Veneri: è disponibile o no per candidarsi a sindaco? La risposta del consigliere regionale di FdI è attesa in settimana. Se non ci sta, riflessione di coalizione su un'alternativa indicata dal partito della Meloni. Un nome fuori dai partiti che esce da professioni o imprese tipo Giovanni Grazzini ma non necessariamente lui, mentre restano in piedi l'ipotesi Lucia Tanti, Marcello Comanducci, Mario Agnelli. Tutto fluido.

Idem nel centrosinistra, dove i 4 punti di distacco alle regionali sul centrodestra (benché alle comunali sia tutta un'altra partita) accendono le speranze di rimonta a Palazzo Cavallo. Tavolo di coalizione pare ben avviato sui programmi: prima di febbraio urge stringere sul nome. Si va da Vincenzo Ceccarelli a Stefano Tenti, ma parte del Pd dialoga con Marco Donati. Insomma, ci sta tutto. Già schierata, per conto suo, la lista indipendente di Michele Menchetti.

A Barbara Croci, segretaria provinciale del Partito democratico che è perno del campo largo, poniamo alcune domande alla luce delle recenti scelte del presidente della Regione, Eugenio Giani, e con i lavori politici in corso.

- Arezzo nella Giunta regionale della Toscana con Filippo Boni. Si pensava a un ruolo culturale per lui, invece è nella posizione strategica per sviluppo infrastrutturale del territorio ed efficienza dei trasporti.

L'entrata in Giunta regionale di Filippo Boni è un successo del Partito democratico provinciale di Arezzo in questa tornata elettorale. Da anni non eravamo rappresentati nell'esecutivo e da mesi avevamo formalizzato questa richiesta, inoltre come partito con Filippo abbiamo fatto un percorso condiviso investendo nel rinnovamento attraverso la sua figura. Le deleghe assegnate sono di assoluto interesse strategico per il nostro territorio.

- Roberta Casini nel consiglio regionale, altra voce preziosa per la provincia di Arezzo. Un ruolo chiave.

Roberta Casini ha una lunga esperienza amministrativa svolta nel suo piccolo comune con passione e capacità, negli anni poi ha svolto compiti di rilievo regionale e nazionale politici e istituzionali, per esempio nell'Anci. Ha le carte per impostare un rapporto proficuo di ascolto e collaborazione con tutto il territorio provinciale e con il suo partito.

- Manca in questo momento una figura forte del Pd che sia espressione della città di Arezzo?

Il partito di Arezzo ha un segretario autorevole (Luciano Ralli ndr) e organismi democratici che hanno già impostato un percorso sia interno che di coalizione, lavorando alla individuazione di figure di rilievo da mettere in campo e a proposte programmatiche per le prossime amministrative. Ci sono poi i consiglieri comunali del Pd, che stanno facendo bene il loro lavoro.

- La segreteria provinciale a guida della componente Schlein soffre i successi degli esponenti di altre “correnti”?

Durante questi due anni di mandato politico provinciale gli esiti positivi dei principali appuntamenti elettorali di maggiore responsabilità della Federazione, le elezioni per il Consiglio provinciale dello scorso autunno e le regionali appena concluse, non vanno certo valutati come successi di una parte del Pd, ci mancherebbe. Ho già avuto modo di commentare a caldo i risultati dei singoli e nei prossimi giorni faremo un'analisi nei nostri organismi su numeri e dinamiche di voto. Ora mi interessa più evidenziare che il Partito democratico ha dimostrato capacità di mobilitazione e ottenuto risultati, un successo di tutti a partire da chi è alla guida, per arrivare a ciascun iscritto, amministratore, volontario o semplice elettore. So bene quanto sia importante, sia con esiti positivi che negativi, resistere alla tentazione di offrire all'esterno letture incentrate sulle dinamiche interne, è corretto invece dare una visione maggiormente unitaria e più comprensibile e corretta, su questo sarò sempre coerente.

- Vincenzo Ceccarelli non è rientrato nell'esecutivo come poteva essere per poi scendere in campo ad Arezzo per la sfida a sindaco con maggior forza. Resta comunque l'uomo del Pd da proporre alla coalizione?

Vincenzo Ceccarelli ha svolto per tanti anni un lavoro importante che è stato prezioso per tutto il territorio provinciale, compresa la città di Arezzo, naturalmente. Penso agli anni da Presidente della Provincia, ma anche come consigliere e assessore regionale. Per questo, per quanto mi riguarda, la forza o autorevolezza della sua figura non sono in discussione. Sullo sfondo c'è sempre stato il tema che l'avvio dei lavori della Giunta regionale e le prossime elezioni nel capoluogo sono appuntamenti molto ravvicinati, dunque in ogni caso c'erano da valutare pro e contro. Per la candidatura a sindaco, Ceccarelli sarebbe certo autorevole, ma la scelta e il percorso saranno decisi dall'Unione comunale di Arezzo e dalla coalizione, con l'accompagnamento e il supporto della Federazione provinciale, questo si, perché l'appuntamento ha comunque un valore politico che va ben oltre la città.

- L'orientamento è per un profilo che esce dai partiti o dalla società civile, le professioni?

Il profilo deve essere quello che risulterà maggiormente competitivo, ma anche che possa dare garanzie per il buon governo di una città magnifica e complessa, da troppi anni trascurata sotto molti aspetti. Arezzo merita certamente più cura e più ambizione da parte dell'Amministrazione comunale.

- Ad Arezzo la sfida si gioca al ballottaggio. In un comune non proprio orientato a sinistra serve chi fa convergere voti dal mondo di centro, moderato.

Non credo che ci siano schemi geometrici o matematici da applicare, piuttosto servono idee e programmi chiari, con contenuti innovativi e candidati credibili, cioè che sappiano parlare alle persone, al mondo dell'associazionismo e delle imprese e che diano garanzia di ascolto, affidabilità e capacità amministrative. I tempi difficili che viviamo richiedono tutto questo, non sono più gli anni delle scommesse sulla pelle dei cittadini.

- I rapporti con Marco Donati e le sue liste civiche come sono? Si colloca fuori dalla coalizione, ma può esserci sinergia?

Abbiamo tutto l'interesse e la volontà di aggregare tutti quelli che non si riconoscono in questi 10 anni di governo di destra della città.

- A grandi linee, i temi sui quali impostare un progetto di città diverso da quello del centrodestra.

Il cantiere è aperto e in molti stanno lavorando. Se devo dire la mia idea, è quella di una città che investe nel futuro attraverso un impegno forte sia nei temi della salute e del benessere, a partire dalla qualità urbana fatta di servizi all'abitare e al lavoro, accessibilità, mobilità sostenibile e spazi verdi, sia nel tema della sicurezza fatta soprattutto di cura, vicinanza, inclusione e prevenzione dei rischi. Serve anche riconnettere meglio Arezzo con la Regione Toscana e investire di più nel rapporto con le sue vallate.

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