La storia
Nara, la vecchia cerva superstite
Spalanca gli occhi, ti guarda, sembra chiedere compagnia. E' l'ultima superstite del parco di Rigutinelli a Lignano (Arezzo): una femmina di cervo. L'oasi verde fino a qualche tempo fa popolata da varie specie di animali è il suo esclusivo ospizio. Non ci sono altri quadrupedi. La vecchia cerva gironzola silenziosa e solitaria nel recinto. Sono stati il lupo, l'anagrafe e le scelte di gestione della struttura comunale, ad azzerare il mini zoo.
Tutti spariti uno dopo l'altro: somarelli, ungulati vari, capre, mufloni, lama, pavoni. Unica eccezione (a parte i pennuti nel laghetto) è lei, la cerva, che mette tenerezza solo a guardarla. Ognuno le dà il nome che vuole, noi la chiameremo Nara, raccogliendo un suggerimento dell'intelligenza artificiale. Pare abbia 25 anni, a sentire il presidente della cooperativa Green Service, Fabrizio Rossi.

“Il veterinario la controlla, ogni mattina c'è chi si preoccupa del suo cibo, anche la domenica, l'acqua non le manca, ha l'abbeveratoio automatico, quando cambia il pelo sembra che stia male e qualcuno chiama allarmato, in realtà è seguita, ha il suo spazio e beh, certamente, ha i suoi anni.” Metterla in un allevamento sarebbe stato deleterio per lei, è stato valutato, e lasciarla libera non se ne parla neanche essendo nata in cattività. Quindi Nara trascorre i suoi giorni dentro al perimetro della rete, tra la capanna e i ciuffi d'erba qua e là. Riceve commiserazione da chi sale al parco sopra a Rigutino, che in passato ha vissuto tempi molto migliori.
Come mai capanne e recinti sono vuoti? “Come cooperativa che gestisce il parco, non avevamo l'autorizzazione a far riprodurre gli animali che erano presenti, così man mano sono spariti” spiega Fabrizio Rossi. “Molti li ha uccisi il lupo nelle sue incursioni, altri sono morti in modo naturale, il ricambio non c'è stato. Ci sarà un nuovo bando di gara, la nostra concessione sta per scadere, spetta all'amministrazione comunale adottare una linea, un piano per Rigutinelli.” La constatazione di Rossi è questa: “I tempi cambiano, una volta fare pic nic quassù era normale per le famiglie, oggi sono gli stranieri a radunarsi come facevamo noi in passato”.

E ancora: “Tenere degli animali in gabbia, poi, non è così apprezzato come una volta. Tenerci poi degli ungulati come daini, caprioli e cervi, è un rischio: il lupo riesce ad assalirli e non puoi creare reti come fossimo ad Auschwitz”.
E allora che farà dell'area pubblica di Lignano? “Io punterei sulle attrezzature ludiche, giochi per i bambini, anche riutilizzando gli spazi recintati presenti, orto botanico, percorsi” aggiunge Rossi, della cooperativa che si occupa di manutenzione, igiene, sicurezza. Lignano galleggia nel limbo di un passato glorioso e di un futuro incertissimo. Il ristorante funziona bene, gestito da Lorenzo Polendoni: un volano che attrae gente. Il parco invece è una tristezza completa. Sonia Rosini e l'associazione Uniti per Lignano nei mesi scorsi ha esternato pubblicamente l'obiettivo: recupero, ripristino e valorizzazione del parco di Rigutinelli andato in decadenza.

“L'abbandono del parco non è più tollerabile, vogliamo un parco curato, fruibile e educativo, a beneficio di cittadini, turisti e studenti”. Serve un progetto, serve la volontà. Nara, la cerva superstite e solitaria, aspetta.
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