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Lutto

Addio a Checcacci il ragazzo deportato a Dachau a 15 anni. Per tanti il maestro di tennis "Stecche"

In un libro l'esperienza del lager insieme al babbo come in La Vita è Bella. Ex dipendente comunale, uomo di sport

Luca Serafini

27 Novembre 2025, 07:27

Angiolo Checcacci

Angiolo Checcacci

Addio ad Angiolo Checcacci, il ragazzo deportato a Dachau. Aveva 97 anni. Quando i tedeschi lo portarono via, insieme al padre, non era ancora 16enne (era nato il 20 agosto 1928). Commozione a Bibbiena, in Casentino e in tutta la provincia di Arezzo. Dipendente del Comune bibbienese, Checcacci - chiamato affettuosamente Stecche - è stato una figura di riferimento per lo sport nella vallata. Maestro di tennis, ha istruito generazioni di praticanti della disciplina, ricevendo attestati e premi. Il funerale sarà celebrato oggi, giovedì 27 novembre, alle 15 in Propositura a Bibbiena.

La sua lunga vita ha reso memoria della tragedia della guerra, con testimonianze forti lasciate ai giovani. Racchiusa in un libro la sua vicenda personale, nove mesi di prigionia nel lager. Il titolo: "1944: un ragazzo a Dachau. 14 agosto 1944 - 10 maggio 1945". Nella pubblicazione, che venne realizzata anni fa grazie alla Regione Toscana, Checcacci raccontò l'esperienza a partire da quella mattina quando, giovanissimo, fu preso nel rastrellamento insieme ad altri casentinesi.

Buttato giù dal letto dai tedeschi, venne ritenuto idoneo per essere portato in Germania a lavorare. La madre vanamente tentò di dissuadere gli invasori e chiese aiuto al marito, Pietro, reduce dalla guerra del 1915-18, che intervenne offrendosi per lo scambio con il figlio. Il risultato fu che vennero entrambi trascinati via. Come nel film di Roberto Benigni, La Vita è Bella, la vicenda narrata da Checcacci parla delle tribolazioni e delle speranze tra Dachau e Monaco, i lunghi mesi di separazione dagli affetti e dal paese, la fame, i pidocchi, le crisi. Poi la fuga e il ritorno in Italia. L'abbraccio con la mamma, il ritorno a scuola e la ripresa di una vita normale.

L'esistenza di Checcacci è stata poi all'insegna del dinamismo, con grande amore per il territorio, passione sportiva, diffusione di messaggi positivi. Memoria, libertà e pace. Eclettico e impegnato, ha anche collaborato alla emittente libera di Bibbiena. Era vedovo, lascia la figlia e tanti ricordi nella comunità.

In queste ore, dopo l'annuncio della morte di Checcacci, tantissimi sui social i messaggi di cordoglio e i ricordi. Tra gli interventi quelli del sindaco Filippo Vagnoli che si fa interprete di tutta la comunità di Bibbiena, e quello di Vincenzo Ceccarelli che quando era in Regione Toscana si adoperò per la pubblicazione delle preziose memorie.

Questo il messaggio del sindaco di Bibbiena, Vagnoli: 

"Bibbiena perde una figura storica e indimenticabile. Angiolo Checcacci, per tutti “Stecche”, è stato un maestro di tennis amatissimo - tra i fondatori del circolo Tennis Bibbiena - ma anche un testimone prezioso: reduce dalla deportazione nazista nel 1944 a Dachau, ha dedicato la sua vita allo sport, ai giovani e alla memoria.
Alla famiglia e a tutti i suoi cari va il cordoglio e l’abbraccio della nostra comunità. Il suo esempio resterà con noi".
Questo il messaggio di Vincenzo Ceccarelli:
"Quando ho avuto la notizia della scomparsa di Angelo Checcacci - meglio noto come il “maestro Stecche”, per la sua attività di istruttore di tennis di generazioni di bibbienesi - mi è tornata alla mente la presentazione del suo libro al teatro Dovizi. Un po’ di anni addietro. Quando era già in avanti con l’età Angiolino ebbe il desiderio di raccontare un evento che aveva segnato la sua vita, ovvero la deportazione nel campo di concentramento di Dachau. Per fortuna aveva potuto tornare a casa sano e salvo, ma le traversie erano state tante. Ricordo la sua emozione nel ripercorrere quegli eventi nel corso della presentazione al Teatro Dovizi e la sincera gratitudine con la quale mi ringraziava per aver sostenuto la pubblicazione del suo libro nella collana editoriale del Consiglio Regionale. Con lui se ne va uno degli ultimi testimoni di quei drammatici eventi. “Stecche” è stato davvero un gran personaggio nella sua Bibbiena, che oggi lo piange. E io mi aggiungo al dolore e al cordoglio della sua famiglia e della sua comunità con affetto e con grande simpatia. Buon viaggio maestro."

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