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La sentenza

Assolto Mugnai, la Corte: "Ha ucciso il vicino di casa per legittima difesa". L'altro gli demoliva la casa. In lacrime: "Ho sparato per salvare me e la famiglia"

Luca Serafini

05 Dicembre 2025, 13:56

Sandro Mugnai

Sandro Mugnai dopo l'assoluzione

Assolto Sandro Mugnai, l'artigiano di Arezzo, 55 anni, che ha ucciso il vicino di casa a colpi di carabina caricata con munizioni da cinghiale, il 5 gennaio 2023.

Gezim Dodoli, 59 anni, morì nella cabina di una macchina operatrice con la quale stava demolendo l'abitazione dove la famiglia Mugnai era riunita per la cena dell'Epifania. La sentenza è stata letta dal giudice Anna Maria Loprete, presidente della Corte d'Assise di Arezzo con a fianco il giudice a latere Giorgio Margheri e a finco i sei giudici popolari.

Secondo la corte Mugnai non è punibile né per omicidio volontario (era questo il capo d'imputazione) né per eccesso colposo di legittima difesa (il pm Laura Taddei aveva chiesto 4 anni di reclusione). Il fatto non costituisce reato, ha stabilito la Corte d'Assise recependo la richiesta degli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli.

La parte civile, con l'avvocato Cotani, aveva chiesto la condanna a nome dei familiari. Lacrime e abbracci al termine dell'udienza, seguita da un folto pubblico e anche da personaggi politici tra i quali la deputata della Lega, Tiziana Nisini, e l'esponente del Mondo al Contrario di Roberto Vannacci, Cristiano Romani.

"Ho sparato per salvare la pelle a me e ai miei cari", ha ripetuto Mugnai nelle sue prime parole rotte dalla commozione. "Non potrò dimenticare quello che è successo, ora spero che possa cominciare una vita diversa". Tre anni difficili, pesanti.

Secondo il pm Taddei la reazione dell'artigiano al folle attacco del vicino - per banali ruggini - aveva travalicato i limiti, sproporzionata. La difesa appassionata di Graverini e Lelli ha puntato sui 6 minuti nei quali la situazione è degenerata, un lasso di tempo breve con una minaccia grave di fronte - il mezzo meccanico che aveva colpito ripetutamente la parete della casa - che metteva a rischio tutta la famiglia.

Ci furono sei colpi. All'inizio Dodoli aveva danneggiato le auto in sosta poi si era diretto verso la casa.

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