L'intervista
Enrico Gualdani
Enrico Gualdani, presidente dell’Associazione Apicoltori delle Province Toscane, racconta la sua esperienza. La sua famiglia si occupa di api dagli anni ’30, cioè da quando nonno Natalino, mosso da una passione infinita per questo laborioso insetto, creò il primo piccolo allevamento.
- Come nasce la sua passione per l’apicoltura?
Fin da bambino ho curiosato in azienda, poi con il passare degli anni, soprattutto durante le vacanze estive, quando era piuttosto normale dare un aiuto nelle aziende di famiglia, ho iniziato a farmi esperienza sia nei lavori in Apiario che in Laboratorio, ma visti gli orari e gli impegni lavorativi, nei giorni e nelle serate estive quando i giovani amici andavano a divertirsi, non era facile che sbocciasse l’amore e la passione per qualsiasi tipo di lavoro, compresa l’Apicoltura.
Dopo il diploma e dopo aver accantonare definitivamente l’idea di un percorso universitario, mi sono dedicato al lavoro, ma la passione per le api nasce qualche anno più tardi, quando per una serie di vicissitudini ho dato vita ad un allevamento di api regine aprendo un nuovo ramo nell’azienda.

- E poi?
Oggi l’Apicoltura Gualdani Ivo di Gualdani Enrico, conta su un patrimonio apistico di circa 800/1.000 alveari, produciamo Api Regine, Nuclei, Pappa Reale, Propoli, Polline e 12/15 tipologie di miele diversi. Confezioniamo tutte le nostre produzioni e le commercializziamo sia ai privati, a partire dal punto vendita aziendale fino alle esportazioni.
- Qual è il percorso che l’ha portata a presiedere l’Associazione Apicoltori delle Province Toscane?
La famiglia Gualdani è sempre stata pionieristica sia nello svolgimento dell’attività sia nel partecipare alle forme associative, e i miei predecessori sono stati fra i fondatori di forme associative sia regionali che nazionali ancora esistenti, quindi è stata una naturale conseguenza ritrovarsi in certi ambienti. Oggi, nonostante gli impegni di rappresentanza sindacale/politica siano sempre più gravosi e richiedano tempi ed energie importanti, sono orgoglioso di essere presidente di Aapt, Associazione Apicoltori delle Province Toscane (realtà regionale che rappresenta circa 1.300 iscritti con un patrimonio apistico di circa 33.000 alveari, pari a circa 1/3 degli alveari presenti in Toscana) e vicepresidente di MiC, Miele in Cooperativa (Associazione nazionale presente in 12 regioni e che rappresenta sia a livello nazionale che europeo, circa 10.000 soci con un patrimonio apistico di circa 500.000 alveari, pari a circa 1/3 degli alveari presenti in Italia).
- Quali sono le criticità in provincia di Arezzo?
Negli ultimi 10/15 anni, il settore ha dovuto affrontare una serie di problemi che purtroppo stanno portando le aziende medio/grandi a prendere seriamente in considerazione la chiusura.
Uno dei problemi è sicuramente un’importante diminuzione delle produzioni, dovuta in parte ai cambiamenti climatici, ed in parte ad un abbandono progressivo delle campagne dove le api non trovano più fioriture utili al benessere delle stesse e ad una produzione di miele soddisfacente.
Inoltre a fronte di una scarsa produzione, le aziende fanno sempre più fatica a vendere i propri prodotti perché nella filiera che vede come altri protagonisti le grandi aziende confezionatrici e la grande distribuzione si preferisce lavorare e vendere prodotti esteri e spesso extra Ue, sicuramente di qualità inferiore rispetto al prodotto italiano, ma con dei costi della materia prima molto più bassi.

- Di cosa soffre il vostro settore?
Purtroppo ultimamente, le aziende Apistiche medio-grandi soffrono, da una parte la concorrenza dei prodotti esteri immessi nel mercato, ovviamente lecitamente, con le modalità sopra descritte, e da una parte la concorrenza spesso poco leale di un apicoltura frammentata in piccole se non piccolissime realtà spesso fuori da ogni controllo e che proprio per questo riescono ad immettere nel mercato prodotti a basso costo e purtroppo alcune volte anche di dubbia provenienza, avvantaggiati anche da una normativa che in parte andrebbe rivista.
Parlando di normative, è quasi inutile dire che in Europa e soprattutto in Italia la burocrazia che colpisce tutte le aziende, colpisce anche l’Apicoltura.
Molto spesso veniamo obbligati a rispettare normative che impongo adempimenti come, ma non solo, i vari corsi spesso impegnativi dal punto di vista delle ore e dei costi, ma che in realtà non apportano benefici per nessuno: aziende, animali, prodotti, consumatori.
Con le nostre associazioni ci occupiamo di questi ed altri problemi, diamo servizi ai soci e facciamo promozione cercando di far capire al consumatore che prediligere prodotti italiani vuole dire consumare un prodotto di qualità, salvaguardare l’ambiente e la biodiversità che le nostre aziende Apistiche ed Agricole cercano di conservare.
- Prossimi impegni?
A tal proposito vorrei ricordare che Aapt nelle attività promozionali organizza incontri con i bambini nelle scuole e varie fiere del miele come quella che si svolgerà il 13 ed il 14 dicembre, in via Roma (Portici) ad Arezzo, Fiera del Miele che è arrivata alla sua 38esima edizione.
IL PROFILO
Enrico Gualdani, aretino, è presidente dell’Associazione Apicoltori delle Province Toscane (Aapt), realtà regionale che rappresenta circa 1.300 iscritti con un patrimonio apistico di circa 33 mila alveari, pari a circa 1/3 degli alveari presenti in Toscana. Titolare dell’Apicoltura Gualdani Ivo di Gualdani Enrico. È anche vicepresidente di MiC, Miele in Cooperativa, Associazione nazionale presente in 12 regioni.
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