Arezzo
Gli addii del 2025. Alcuni personaggi: Molino, Gualdani, Baldi, Maffucci, Paglicci, Scassellati, Fioroni, Bernardini
E' stato anche un anno di addii. Ad Arezzo e in provincia ci hanno lasciato personaggi figli di questa terra che nei rispettivi campi hanno avuto modo di distinguersi. Ognuno di loro lascia un vuoto.
Era gennaio, quando se ne andava Severino Baldi, il Seve, musicista pieno di creatività e di energia, aggregatore a sua volta di esperienze musicali del territorio, memoria storica delle band e dei gruppi aretini. Ex funzionario di banca, figura carismatica, cuore amaranto e interprete dello spirito di Porta Crucifera. A Laterina sempre a inizio 2025 l'ultimo saluto a Giovanni Nocentini, il maestro del paese, scrittore e impareggiabile narratore della sua terra, nonché corrispondente storico del Corriere di Arezzo, la testata che proprio nel 2025 ha festeggiato i 40 anni di vita. Sempre della grande famiglia del Corriere, nel corso dell'anno è venuto a mancare Leo Casucci, corrispondente da Montevarchi e cuore rossoblù, nel gruppo dei pionieri del quotidiano di Arezzo e provincia, dal Valdarno.
Il mondo dell'imprenditoria aretina ha perso figure eccellenti come Mario Paglicci, morto a inizio novembre nell'incidente dell'aria con l'elicottero, sua grande passione. Artefice di un'esperienza di primo piano nel distretto orafo, al timone di un gruppo di primo piano nel mondo dei preziosi. A dicembre l'addio ad Alano Maffucci, maestro artigiano orafo, figura di riferimento del comparto. Manualità, arte, passione. In marzo la scomparsa di Luciano Menci, a Castiglion Fiorentino, della storica famiglia che conduce l'azienda leader della metalmeccanica (semirimorchi). Era figlio del fondatore Geremia e ultimo dei fratelli artefici delle fortune della ditta ora condotta saldamente dalle nuove generazioni. Cordoglio ad Arezzo a giugno per Loris Marcozzi, imprenditore dei carburanti; a dicembre per la morte di Andrea Cini, maestro pasticcere e quartierista di Sant'Andrea. E forte dolore a settembre lo ha suscitato la scomparsa nel noto e apprezzato ristoratore Emanuele Di Rocco, vittima di un incidente stradale.
Ci hanno lasciato anche Patrizio Gabutti, a febbraio, noto commercialista legato ai colori biancoverdi di Sant'Andrea, impegnato in varie iniziative cittadine. A marzo l'addio a Gabriella Bernardini Beatrice, vedova dell'indimenticato calciatore Bruno Beatrice, morto a 39 anni per leucemia, ex Inter, Ternana, Arezzo, Fiorentina. Una donna forte che insieme ai figli ha portato avanti con determinazione la richiesta di verità e giustizia sulle connessioni tra morti sospette e certe pratiche usate nello sport. Commozione ad Arezzo anche per la prematura scomparsa del dirigente bancario Luca Scassellati, figura di spicco nel mondo del credito. Nell'ultimo scorcio di 2025 a Cortona la morte di Pasqualino Bettacchioli fondatore del Calcit cortonese e della Valdichiana.
Lo sport aretino ha perso gli ex giocatori e allenatori Enzo Ferrari e Giorgio Rumignani. Scomparso anche l'ex presidente Mauro Ferretti, a luglio, mentre nel calcio delle serie inferiori hanno suscitato commozione e ricordi le morti di Carlo Caroni, allenatore gentleman di Sinalunga, tecnico alla guida di club dell'Aretino, e di Daniele Arrais, ex giocatore nei dilettanti.
Era agosto quando ad Arezzo si è spento un personaggio eclettico e poliedrico come Fabio Fioroni, detto Otto, protagonista di mille iniziative stravaganti e anche di sostanza, mai banali.
Grave perdita a ottobre quella di Gualberto Gualdani, geometra, l'uomo di Ponte Buriano, una vita volta alla valorizzazione storica della costruzione fluviale sull'Arno, che identifica il territorio, immortalata da Leonardo Da Vinci nel paesaggio della Gioconda.
Nella giustizia ha lasciato un grande vuoto l'avvocato Francesco Molino, principe del foro, avvocato di lungo corso, impegnato in tutti i principali processi degli ultimi quaranta anni ad Arezzo.
Il mondo della musica, dell'arte e dello spettacolo hanno registrato la scomparsa degli artisti Sergio Grilli e Franca Podda di Cortona, improvviso e prematuro il decesso di Daniele Porcini speaker di Castiglion Fiorentino. Tutta Italia ha tributato omaggi a Mauro Di Francesco, il Maurino dei film, attore e cabarettista celebre per le commedie anni Ottanta e Novanta (Spore di mare e altre pellicole), che aveva scelto Lucignano per vivere.
Avevano tagliato traguardi anagrafici eccezionali le super nonne aretine: le signore Vittoria Donati Sarti, in Valtiberina, 108 anni, e Lidia Tralci Coccolletti a Chianacce, 106 primavere, venute meno a distanza di un mese tra novembre e dicembre. Ci ha lasciato anche Fabio Sabbioni, storico meccanico aretino, che a 98 anni aveva ancora la patente di guida.
Addio in giugno a Gino Massetti, ultimo sopravvissuto della strage nazista di Falzano di Cortona del 1944; a ottobre è morto Romolo Bianchini, ex presidente delle Acli, orfano di padre ucciso dai tedeschi; cordoglio a Bibbiena e non solo per la morte di Angiolo Checcacci detto Stecche, reduce dalla deportazione a Dachau, a 15 anni, amato maestro di tennis. Morto in dicembre ad Arezzo, Stelvio Dal Piaz che aveva aderito alla Rsi, figura di riferimento della destra.
A Sansepolcro se ne è andato Mario Testerini, cavaliere del lavoro, ex capo del distaccamento vigili del fuoco, campanaro e donatore di sangue, venuto a mancare a novembre.
Intrecciata alle vicende aretine l'esistenza di Emilio Fede, con la figlia Sveva che abita ad Arezzo. Era settembre e furono ricordate le sue visite in città. Collegamenti col territorio sono emersi anche in occasione della dipartita di celebrità come Giorgio Forattini, il pemio ad Anghiari e il logo del fantasma di Sorci; Robert Redoford, il suo soggiorno a Cortona, Claudia Cardinale, il film la Ragazza di Bube ad Anghiari e gli onori a lei tributati; Pippo Baudo, con le sue innumerevoli presenze aretine; Ornella Vanoni, il concerto emozionante in piazza Grande; Giorgio Armani, l'amicizia con Sugar; Arnaldo Pomodoro, il gioiello per Unoaerre; il telecronista Bruno Pizzul e il fotografo Salvatore Giglio che raccontarono con voce e fotografie la tragedia del 1985 all'Heysel (Juventus - Liverpool) con due aretini tra le 39 vittime. E la morte di papa Francesco, come ovunque nel mondo, ha innescato una ondata di ricordi e aneddoti su visite e incontri tra gli aretini e Bergoglio.
In un anno di luci e di ombre, con troppe croci nelle strade e nei luoghi di lavoro, perfino un asilo è diventato luogo assurdo di morte e tutta Italia ha parlato di Leo il bambino di Soci e della sua tragica fine all'asilo, soffocato dal ramo di un boschetto didattico mentre giocava. Come pure ha sconvolto il Paese l'inferno in A1 costato la vita al paziente Franco Lovari, con i volontari della Misericordia Gianni Trappolini e Giulia Santoni.
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