Elezioni Usa
Conto alla rovescia per le elezioni negli Stati Uniti. Si vota martedì 5 novembre, ma in molti stati le operazioni sono già iniziati. Del duello elettorale per la poltrona più importante del mondo, che vede sfidarsi Donald Trump e Kamala Harris si occuperà oggi, giovedì 31 ottobre, ReStart, il programma di Rai 3, condotto da Annalisa Bruchi in onda a partire dalle ore 9.25. In studio un ospite importante, il ministro degli esteri e vicepresidente del Consiglio dei ministri, Antonio Tajani, leader di Forza Italia.
Nel corso della trasmissione si cercherà di capire quali saranno le conseguenze per l'Italia se a vincere sarà l'esponente repubblicano o quella democratica. Quali conseguenze per l'economia e i mercati? A dire la loro saranno Gianluca Verzelli, responsabile Wealth Management Banca Patrimoni Sella & C., Guido George Lombardi, imprenditore, Tiziana Ferrario, giornalista, Alan Friedman, giornalista e scrittore e Franco Bechis, direttore di Open e già direttore del Corriere dell'Umbria.
Donald Trump, il candidato repubblicano
Ma cme si vota negli Usa? Le elezioni a stelle e strisce sono un processo complesso e articolato, che si svolge ogni quattro anni per eleggere il presidente e il vicepresidente. Questo sistema è caratterizzato da un meccanismo di voto indiretto, in cui i cittadini non votano direttamente per i candidati alla presidenza, ma per un gruppo di rappresentanti chiamati grandi elettori.
Le elezioni si tengono il martedì successivo al primo lunedì di novembre negli anni pari, quindi stavolta cadono il 5 novembre. I grandi elettori vengono scelti in ogni Stato in base al numero di rappresentanti che ciascuno Stato ha nel Congresso (senatori e deputati). Ogni stato ha un numero di grandi elettori che varia da un minimo di 3 a un massimo di 55, per un totale di 538 grandi elettori. Il Collegio Elettorale è composto dai grandi elettori e ha un ruolo cruciale nell'elezione del presidente. Per vincere, un candidato deve ottenere almeno 270 voti elettorali. I grandi elettori esprimono il loro voto nel mese di dicembre, e il Congresso ufficializza i risultati il 6 gennaio dell'anno successivo.
La candidata democratica Kamala Harris
I cittadini americani, dunque, votano per i grandi elettori del loro Stato, che sono ovviamente poi impegnati a votare per il candidato del partito che li ha nominati. Il sistema è noto come "winner-takes-all", dove il candidato che ottiene la maggioranza dei voti in uno Stato riceve tutti i voti dei grandi elettori di quello Stato, eccetto in Nebraska e Maine, dove viene utilizzato un sistema proporzionale.
Il diritto di voto è esteso a tutti i cittadini statunitensi di età superiore ai 18 anni. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni: ad esempio, alcuni Stati non permettono ai carcerati o a coloro che hanno subito una condanna di votare. Inoltre, ogni Stato stabilisce le proprie regole per l'iscrizione degli elettori. Il sistema è progettato per garantire una rappresentanza eque tra gli Stadi, riflettendo le dimensione della popolazione.
Chi è favorito alla vittoria finale? Secondo i sondaggi i due candidati sono molto vicini stando alle analisi complessive a livello nazionale, ma come visto ogni Stato fa storia a sé. E quelli chiave vengono chiamati Swing States. In sette di questi (North Carolina, Michigan, Pennsylvania, Nevada, Wisconsin, Georgia e Arizona), Trump sembra avere un leggero vantaggio, ma in molti casi il margine è inferiore all'1%. E' un elemento critico poiché storicamente, Trump ha performato meglio negli Stati chiave rispetto al voto nazionale.
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