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Stati Uniti

Donald Trump modella il suo governo. Nei posti di rilievo solo donne e uomini fedelissimi. Le scelte e i prossimi passi

La nuova amministrazione si insedierà ufficialmente il prossimo 20 gennaio. L’ufficio del presidente conta di circa 500 funzionari

28 Novembre 2024, 11:22

Donald Trump

Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti sta lavorando al nuovo governo

Il nuovo volto del governo americano modellato da Donald Trump inizia a prendere forma. Ormai mancano soltanto i dettagli e l'attesa dei tempi burocratici per l'insediamento. Lo scorso mercoledì 13 novembre è avvenuto l’incontro tra il presidente in carica Joe Biden e quello eletto, Donald Trump. Come da tradizione, non rispettata però da Trump dopo la sua sconfitta nel 2020, Biden ha assicurato una transizione pacifica dei poteri e si è congratulato per il risultato elettorale. I risultati delle elezioni verranno certificati da entrambi i rami del parlamento statunitense il 6 gennaio e l’amministrazione Biden rimarrà in carica fino al 20 gennaio 2025, giorno dell’insediamento della nuova amministrazione.

In questo periodo di transizione è fondamentale il coordinamento tra gli staff delle due amministrazioni. L’ufficio del presidente conta di circa 500 funzionari; al vertice si trova il capo di gabinetto (chief of staff), nominato direttamente dal presidente e descritto come il secondo ruolo più potente degli Stati Uniti. Il capo di gabinetto gestisce lo staff per tutte le operazioni dell’ufficio esecutivo, ma il ruolo di maggiore importanza è quello di decidere quali questioni debbano essere affrontate direttamente dal presidente e quali possano essere delegate ad altri funzionari. Per questo incarico, Trump ha nominato Susie Wiles, 67 anni, che collabora con lui dal 2016 e che ha guidato la comunicazione e la campagna elettorale durante gli ultimi quattro anni. Wiles ha lavorato, tra le altre cose, nelle campagne elettorali di Ronald Reagan e George H. W. Bush, ed è stata responsabile del cambio di strategia comunicativa per ampliare la base elettorale repubblicana anche verso le minoranze culturali, come afroamericani e latinos.


Il governo Trump entrerà in carica il 20 gennaio

Per quanto riguarda le nomine dei ministri (noti come segretari), queste devono essere approvate del Senato. Come Segretario di Stato, l’equivalente del Ministro degli Esteri, a capo quindi della diplomazia statunitense, Trump ha nominato Marco Rubio, 53 anni e figlio di immigrati cubani. Durante la campagna elettorale del 2016 aveva fortemente criticato Trump, salvo poi cambiare approccio come molti altri politici del Partito Repubblicano, riallineando le sue opinioni verso quelle del presidente neoeletto per riuscire ad ottenere un posto di rilievo nel partito. Rubio ha già lavorato, seppur informalmente, nella prima amministrazione Trump come consigliere per la politica estera. A lungo a favore di una linea dura e bellicista in politica estera, è noto per voler attuare un approccio più duro nei confronti della Cina. Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, ha dapprima supportato l’amministrazione Biden per l’invio di aiuti al governo di Kiev, salvo poi togliere il suo appoggio pochi mesi dopo.

Un’altra nomina ministeriale di rilievo è quella del Segretario della Difesa, al vertice del Pentagono e di un esercito di 1,3 milioni di soldati in servizio attivo, in un contesto internazionale critico. Trump ha nominato Pete Hegseth, 44anni, che ha prestato servizio in Iraq e Afghanistan. Laureato a Princeton e con un master ad Harvard (due delle università più prestigiose degli Stati Uniti), ha lavorato come conduttore di un programma su Fox News, il principale canale televisivo conservatore statunitense, noto tra gli altri per diffondere spesso teorie del complotto e fake news. Riguardo alla sua nomina, molti funzionari della difesa e della sicurezza contattati da Politico hanno sollevato non pochi dubbi sulla sua effettiva competenza e sulla sua poca esperienza.


Trump fino ad ora ha nominato soltanto donne e uomini fedelissimi

Finora le nomine si sono basate quasi esclusivamente su criteri di assoluta fedeltà a Trump e non su questioni politiche interne al Partito Repubblicano, come invece avvenuto nel 2016. Nei prossimi giorni Trump dovrà nominare i capi di dipartimento rimanenti, che devono essere almeno 16 e devono essere confermati al Senato, insieme ad altri consiglieri e funzionari chiave nell’amministrazione statunitense, in modo da rendere possibile la collaborazione tra le due amministrazioni.

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