Conclave
Alcuni dei cardinali papabili
Chi succederà a Papa Francesco? Come sempre accade quando muore un pontefice, immediatamente si iniziano a fare ipotesi sul nome del successore. Quello che sarà eletto dal conclave sarà il Papa numero 267. Vediamo quelli che attualmente sono considerati i cardinali più papabili, ricordando un proverbio molto chiaro: Chi in conclave entra Papa ne esce cardinale.
Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. Ha 69 anni. Prima di arrivare a Bologna, Zuppi – per tutti don Matteo – ha iniziato la sua storia personale e sacerdotale a Roma. Infatti, era nato nella capitale, in una famiglia di sei figli: lui era il quinto. La prima tappa importante fu nel 1973, quando studiò all'Istituto Virgilio, dove conobbe il fondatore di Sant'Egidio.
Luis Antonio Gokim Tagle. Anche quando il Papa godeva di buona salute, il nome dell'arcivescovo filippino circolava già come delfino del pontefice. Nominato da Papa Francesco, è Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli dal dicembre 2019. E' nato il 21 giugno 1957 a Manila (Filippine) e proviene da una famiglia modesta.
Pietro Parolin, italiano, 70 anni. È il cardinale segretario di Stato del Vaticano, il che lo rende il secondo in comando della Santa Sede e il "primo ministro" del Papa. E' noto per il suo ruolo nella diplomazia vaticana e per il suo stretto rapporto con Papa Francesco.
Peter Erdo (72 anni). Nato in Ungheria il 25 giugno 1952, l'arcivescovo di Budapest e primate ungherese è stato eletto due volte alla guida del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, nel 2005 e nel 2011, il che lascia supporre che goda della stima dei cardinali europei che costituiscono il più grande blocco di voto.
Reinhard Marx. Nato in Germania il 21 settembre 1953, l'arcivescovo di Monaco e Frisinga è stato scelto da Papa Francesco come consigliere chiave nel 2013. Marx è stato poi nominato a capo del consiglio che supervisionava le finanze vaticane durante l'attuazione delle riforme e di un processo di riduzione dei costi.
Marc Ouellet. Nato in Canada l'8 giugno 1944, ha diretto l'influente ufficio dei vescovi del Vaticano per più di un decennio, supervisionando la selezione dei potenziali candidati alla guida delle diocesi di tutto il mondo.
Robert Sarah. Nato in Guinea il 15 gennaio 1945, l'ex capo dell'Ufficio per le Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, ora in pensione, ha a lungo alimentato le speranze di un papa africano. Amato dai conservatori, avrebbe promosso un ritorno ai papati dogmatici e liturgici di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Christoph Schoenborn. Nato in Austria il 22 gennaio 1945, arcivescovo di Vienna, è stato allievo di Benedetto XVI e sembra possedere le competenze dottrinali accademiche per piacere ai conservatori. Tuttavia, fu associato a uno dei provvedimenti più controversi di Francesco, difendendo il suo approccio ai cattolici divorziati e risposati civilmente come uno "sviluppo organico della dottrina", piuttosto che come una rottura come avevano sostenuto alcuni conservatori. I genitori di Schoenborn divorziarono quando lui era adolescente, la questione lo tocca da vicino.
Raymond Burge. 76 anni. È uno dei conservatori più feroci. Questo americano, consacrato Patrono Emerito del Sovrano Ordine di Malta nel 2010, sostiene la messa in latino ed è un critico pubblico delle tendenze liberali di Papa Francesco.
Mario Grech. Maltese di 67 anni è segretario generale del Sinodo dei vescovi. Nel 2020 il Papa lo ha elevato al cardinalato ed è considerato un potenziale moderato.
Pier Battista Pizzaballa, patriarca, cattolico e biblista italiano dell'Ordine dei frati minori. Classe 1965, dal 2020 è patriarca di Gerusalemme dei Latini.
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