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La storia

Strage di Alcamo Marina, i carabinieri uccisi, le torture per estorcere le confessioni, la verità nascosta. Chi sparò quella notte?

Julie Mary Marini

21 Maggio 2025, 23:33

Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta

I carabinieri uccisi Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta

La strage di Alcamo Marina è uno degli episodi più controversi e drammatici della storia italiana, avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1976 nella piccola caserma dei Carabinieri di Alcamo Marina, in provincia di Trapani. In quella notte, un commando fece irruzione nella caserma, nota con il nome in codice Alkamar, e uccise brutalmente a colpi di pistola due giovani carabinieri: Carmine Apuzzo, assassinato nel sonno, e Salvatore Falcetta, che tentò invano di reagire. Pochi giorni dopo, le forze dell'ordine arrestarono cinque persone, tra cui Giuseppe Vesco, vicino ad ambienti anarchici, che confessò sotto tortura e coinvolse Giuseppe Gulotta, Gaetano Santangelo, Vincenzo Ferrantelli e Giovanni Mandalà.

Tutti, tranne Mandalà, confessarono e furono condannati. Tuttavia, nel 2008 l’ex brigadiere Renato Olino ruppe il silenzio dichiarando che quelle confessioni erano state estorte con violenze e torture, tra cui elettroshock e la cosiddetta tortura dell'acqua. Vesco, che aveva ritrattato la confessione, morì in carcere in circostanze sospette, mentre gli altri arrestati furono vittime di pestaggi e abusi.

Le indagini iniziali furono caratterizzate da depistaggi e ipotesi investigative contrastanti, che spaziarono dal terrorismo politico, sia di sinistra che di destra, al coinvolgimento della mafia, fino a possibili collegamenti con operazioni segrete come l'organizzazione Gladio. Nel 2015, un membro della commissione parlamentare antimafia ipotizzò che la strage potesse essere legata a una struttura di Gladio, con i due carabinieri che avrebbero fermato il giorno prima un furgone sospetto carico di armi. La vicenda è stata oggetto di numerose inchieste e processi, ma la verità sulla strage rimane ancora oggi parzialmente oscura. Solo nel 2012 Giuseppe Gulotta e altri furono definitivamente prosciolti dopo aver scontato anni di carcere per un crimine che non avevano commesso. La storia della strage di Alcamo Marina è un racconto di ingiustizie, torture, depistaggi e misteri che riflette le tensioni politiche e sociali dell'Italia degli anni Settanta.

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