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Paola Cortellesi a Rondine annuncia il nuovo film e: "I nemici qui diventano amici"

Ersilia Alberti

07 Giugno 2025, 20:17

Paola Cortellesi

Paola Cortellesi a Rondine

Paola Cortellesi protagonista di una  seconda giornata di YouTopic Fest intensa e partecipata, che ha visto confrontarsi giovani, giornalisti, attivisti e accademici in panel dedicati all’immaginazione della pace in Medio Oriente, al ruolo delle nuove generazioni e al giornalismo responsabile, fino alle cerimonie simboliche come quella del Giardino dei Giusti, l’Expo dell’innovazione sociale e i percorsi immersivi tra arte, memoria e progettazione condivisa.

Mi avete fatto capire qua - ha commentato Paola Cortellesi - che grazie all'amicizia si può superare anche il trauma della guerra. Mi piacerebbe capire come è possibile che i nemici qui diventano amici e stare con voi per scoprirlo.” 

Nel suo racconto all’Angolo del Conflitto, in un vivace dialogo con il pubblico, ha trovato ampio spazio il tema della violenza sulle donne: “da mamma – racconta – cerco di mettere in guardia le giovani donne rispetto al controllo, al possesso, che alcuni uomini esercitano sulle donne, non possiamo chiamarlo amore, anche se a volte possono sembrare segno di grande interesse e passione”. Continua. “Saper stare insieme è la cura. Se qui i ragazzi che appartenenti a paesi nemici possono stare insieme allora anche due persone dopo il distacco di una storia d’amore possono. Siamo tantissimi ormai a pensare che la violenza sulle donne sia un problema culturale, non un retaggio del passato. I ragazzini hanno bisogno di un’educazione al rispetto e all'affettività a scuola. Che non è l'educazione sessuale. Spero che presto ci sia nella scuola questa materia fondamentale”. 

Ed è proprio quello che sta facendo la Cittadella della Pace nelle scuole che hanno adottato il Metodo nelle Sezioni Rondine, oggi presenti in 32 scuole di tutta Italia e che il prossimo anno saliranno a 64 istituti. Educare alla relazione. E se le si chiede se la quotidianità aiuta a superare i conflitti, risponde: “Lo chiedo a voi. Lo chiedo a Rondine, un’utopia vera, reale. Vorrei nascondermi qui, trasformarmi in una mosca e vedere cosa succede tra i ragazzi di Rondine. È un’esperienza straordinaria, questa, che ‘mi permette di invecchiare bene’, di mantenere attiva la mia curiosità”. Annunciando che sta lavorando sul prossimo film non anticipa nulla ma scherzando non esclude un terzo o quarto film su Rondine. “Chissà? Non seguo formule, inseguo l'urgenza di quello che sento, luoghi come questi stimolano la curiosità, l'interesse per il genere umano”. 

Attraverso il suo linguaggio cinematografico, ha esplorato la capacità dell’arte di trasformare il dolore e la memoria in strumenti educativi, capaci di generare consapevolezza e cambiamento. Un incontro profondo e partecipato, che ha messo in luce il potere del cinema nel restituire umanità al conflitto.

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