L'EVENTO
Gli operai che mettono a posto le copie dei dipinti
Per diverse settimane, gli operai hanno lavorato all’acquedotto vasariano. Sotto gli archi, soprattutto. E per diverse settimane, chi abitualmente passava di lì, si chiedeva che cosa sarebbe successo o che cosa era successo.
A svelarlo, in un post su facebook, il professore Claudio Santori, presidente della Brigata Aretina degli Amici dei Monumenti. Scrive: “Finalmente, la Fraternita ha terminato i lavori sul Vasariano e stanno tornando al loro posto (in copia naturalmente: gli originali restaurati dalla Brigata degli Amici dei Monumenti sono in Fraternità) i due dipinti che saranno montati con protezione e illuminazione notturna. Un benvenuto unico per chi entra in città dagli archi. Cerimonia di inaugurazione dei lavori sul Vasariano in data da stabilire”.
Ecco dunque svelato il lavoro degli operai. “In questi giorni - dice il professore - passando dagli archi vasariani, ho notato che i due dipinti erano stati finalmente riposizionati. Si tratta di due copie, perché gli originali, grazie proprio alla Brigata dei Monumenti, erano stati smontati e restaurati. Tra l’altro, abbiamo fatto appena in tempo, perché i dipinti stavano scomparendo mangiati dal tempo”. Grazie dunque all’intuizione della Brigata dei Monumenti, adesso quei due dipinti - uno risalente al ‘600 e l’altro all’ ‘800 - sono stati restaurati dalla dottoressa Sandra Bianchi e conservati alla Fraternita dei Laici”. Agli archi sono state inserite due copie. “I dipinti - spiega ancora il professore Santori - rappresentano uno un Cristo Trionfante quello che risale all’ ‘800 e l’altro invece, un’opera di grandissimo livello, datata 1600, una Madonna col Bambino dipinta a tempera su marmo”. Ma non è finita qui, perché altre due copie di queste opere “Don Natale le ha fatte rifare a sue spese per metterle al museo del Giuncheto, un piccolo gioiello che invito tutti ad andare a visitare”. E adesso visto che le due opere sono state ricollocate al loro posto, è attesa la data dell’inaugurazione. “Le opere - dice ancora il professore Santori - saranno protette da un vetro e saranno anche illuminate. Ci sarà una cerimonia, ma ancora non sappiamo la data. Sarà comunque importante sia per chi entra e sia per chi esce dalla città e attraversa i nostri archi che ci sia una sorta di benvenuto e anche arrivederci che arriva da due opere d’arte che sono importanti, non tanto e non solo sotto il profilo artistico, quanto sotto quello di affetto, visto che si trovano in un ‘monumento’ caro agli aretini”.
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