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Il patrono

Arezzo, il vescovo Migliavacca e la festa di san Donato: "In un momento buio occorre rilanciare la speranza"

Greta Settimelli

08 Agosto 2025, 11:52

Arezzo, il vescovo Migliavacca e la festa di san Donato: "In un momento più buio occorre rilanciare la speranza"

Un momento delle celebrazioni

È una festa che ha un grande rilievo religioso perché è il patrono della diocesi e anche della città, ma ha un rilievo civile perché significa ritrovare le ragioni dell’essere comunità”. Il vescovo di Arezzo Cortona e Sansepolcro Andrea Migliavacca nel giorno di san Donato, sottolinea la voglia e il bisogno degli aretini di ritrovarsi comunità. San Donato, fu il secondo vescovo di Arezzo e stando alla tradizione morì martire, decapitato, il 7 agosto 362. Ogni anno le celebrazioni ricordano e omaggiano questa figura così cara agli aretini. Il 6 di agosto in Duomo la cerimonia di Offerta del Cero alla presenza di tutte le autorità, le rappresentative dei quattro quartieri della Giostra del Saracino, dell'associazione Signa Arretii, del Gruppo Musici, della Magistratura e dei gruppi storici della provincia. Il cero votivo è stato realizzato dall'artista senese Rita Rossella Ciani. A seguire il tanto attesto spettacolo pirotecnico organizzato dalla Fondazione Arezzo Intour, che ogni anno illumina a festa il cielo della città.

Un momento delle cerimonie in cattedrale

 “A me ha sorpreso la grande partecipazione di ieri sera – prosegue il vescovo - mi ha dato l’impressione che ci sia un legame e un un sentire questa festa molto profondo. Tanta gente alla cerimonia di Offerta del Cero in cattedrale e poi per il brindisi in vescovado. Infine a gustare i fuochi d'artificio. Tanta gente anche oggi, giorno della festa di San Donato. Si potevano scorgere volti giovani e altri segnati dalla vita, bambini e famiglie. Qui, insieme per fare festa”. E' proprio intorno alla parola “festa” che il vescovo ha incentrato i suoi interventi di ieri. Pensando a chi in questo momento non se la può godere.
Prima durante la messa in Pieve, dove ha ricordato al momento della preghiera dei fedeli le persone, Giulia, Gianni e Franco, morte dell'incidente in A1 lunedì 4 agosto.

Cattedrale gremita per le celebrazioni di San Donato

Pensiamo a chi soffre per la brutalità della guerra in ogni luogo della terra – ha detto dall'altare della Pieve – preghiamo per loro e per le persone che sono malate negli ospedali, in carcere, per chi è più povero per chi non ha quanto occorre per vivere vivere. Vogliamo pregare anche per coloro che sono morti nel grave incidente sulla A1 nei giorni scorsi. Sono amici della nostra diocesi, allora li vogliamo ricordare con il cordoglio a tutta la Misericordia”.

Un pensiero ricorrente a coloro che soffronto anche nell'omelia durante la messa in Duomo alle 18. “La gente ha voglia di fare festa, ma come farlo in un mondo segnato dalla violenza, dalle ingiustizie sempre più grandi e dalla guerra – ha detto il vescovo nella sua omelia - come fare festa se volgiamo lo sguardo a chi soffre in Ucraina per i bombardamenti? Come fare festa se ci turba ogni giorno e ci lascia sconcertati e senza parole quello che sta accadendo a Gaza e nella Cisgiordania, con l'uccisione ingiustificata di palestinesi innocenti, anche bambini e la fame e la carestia usate come armi di guerra e annientamento?”. La speranza è parola che ci apre il cuore e il messaggio ancora molto attuale proprio di San Donato.
“In un momento in cui sono più forti i toni del buio e del disorientamento – ha concluso il vescovo - ciò che san Donato vuole portare come parola è la speranza e il ritornare insieme a ritrovare le ragioni della speranza e la possibilità di camminare per un mondo migliore”.

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