LA STORIA
La battaglia di Anghiari
Ma partiamo dall'inizio. E cioè dalla piana della Battaglia dove il 29 giugno 1440 le truppe fiorentine affrontarono quelle milanesi.
Giacobbo, di quella battaglia che fu così importante per i confini della Toscana, parla di una "fake news", cioè di una notizia falsa. Scritta niente meno che da Niccolò Macchiavelli. Fu Macchiavelli ad affermare e "sminuire" quella battaglia dicendo che "ci fu un solo morto e per giunta caduto da cavallo".
Roberto Giacobbo sostiene che Macchiavelli scrisse così, perché "lui odiava i mercenari, cioè le persone che venivano pagate per combattere ed era convinto che i mercenari si sarebbero ritirati prima. E allora li ha sminuiti e li ha voluti ridurre nel numero, nell'importanza e anche nella durata della Battaglia: appena un giorno. Ma se la Battaglia di Anghiari non fu importante, pensate che Leonardo l'avrebbe dipinta nel Salone dei Cinquecento a Firenze?".
Da qui l'altro grande mistero, quello del dipinto scomparso o nascosto. Ma che fine ha fatto quel dipinto?
Il professore Maurizio Seracini spiega: "Sul dipinto di Giorgio Vasari, diversi anni fa, venne praticato un foro di circa dieci millimetri in un punto dove mancava una parte della pittura e anche dell'intonaco, scelto proprio per questo dagli addetti dell'Opificio delle Pietre Dure. Fu introdotto un endoscopio che in cima aveva una telecamera, ma anche due piccole pinzette che permettevano di prelevare dei campioni. Vennero fuori alcuni interessanti. Per esempio un 'nero'. Un fisico che lavorava per conto del Louvre mi scrisse che questo 'nero' aveva le caratteristiche che lui aveva ritrovato sia sulla Gioconda che sul San Giovanni, entrambi due dipinti di Leonardo. Tra l'altro la Gioconda venne dipinta da Leonardo nello stesso periodo, a Firenze, quando Leonardo dipinse la Battaglia di Anghiari".
La scoperta del team trovò anche altri frammenti come cera e lacca rossa, materiale usato per la tecnica dell'encausto con la quale Leonardo avrebbe dipinto la Battaglia. L'opera rimase visibile per circa 50 anni, consentendo a molti artisti di riprodurla, tanto che oggi ne esistono copie, tante, che ritraggono un ristretto gruppo di cavalli e cavalieri.
Ma oggi potremmo, di nuovo, indagare sul dipinto scomparso?
"Era stata messa a punto - risponde il professore Seracini - una strumentazione che avrebbe permesso di scannerizzare, quindi senza nemmeno toccare la parete e il dipinto di Vasari, e di guardare oltre. Una specie di tac che crea un'immagine. Certo, non ci aspetteremmo di vedere il dipinto a colori, ma i contorni e le dimensioni certamente sì".
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy