Salute
Esami diagnostici negli studi dei medici di famiglia
In Toscana i medici di famiglia diventano centri di diagnostica: parte la sperimentazione regionale. Duecentosessantanove medici di medicina generale, distribuiti in tutta la regione, hanno risposto positivamente all’avviso pubblico diffuso dalle Asl a giugno. Si tratta del primo passo concreto del progetto sperimentale lanciato dalla Regione all’inizio del 2025, pensato per portare prestazioni diagnostiche leggere direttamente negli studi dei medici di famiglia. L’obiettivo è duplice: offrire ai cittadini servizi più vicini e accessibili e, al tempo stesso, ridurre i tempi di attesa per esami e accertamenti.
Grazie a questa sperimentazione sarà possibile, ad esempio, effettuare un’ecografia al torace, all’addome o al collo, sottoporsi a un elettrocardiogramma, a un Holter o a un ecodoppler, a una spirometria o a un emogas. Non solo: i medici potranno anche eseguire infiltrazioni antalgiche, dosaggi di creatinina e glicemia glicata e altre prestazioni che oggi spesso richiedono lunghi spostamenti o prenotazioni complesse.
Il progetto prevede due livelli di presa in carico, differenziati in base alla complessità dell’esame, e cinque percorsi specifici: disfunzioni respiratorie, malattie cardiovascolari e scompenso cardiaco, diabete, visite supportate da ecografia, medicina del dolore. Ogni medico ha potuto candidarsi in base alle proprie competenze e alla disponibilità a svolgere determinati esami. Le aziende sanitarie metteranno a disposizione le apparecchiature necessarie, ma sarà possibile utilizzare anche strumenti di proprietà dei medici stessi. In questo modello, il medico di famiglia potrà seguire direttamente il paziente oppure, nel caso degli esami di secondo livello, indirizzarlo a un collega che aderisce alla sperimentazione all’interno della stessa Aggregazione Funzionale Territoriale (Aft), il raggruppamento di professionisti che assicura la copertura assistenziale di un’area per cinque giorni a settimana. Anche chi non partecipa al progetto potrà inviare i propri assistiti a un collega della stessa Aft che invece lo ha attivato.
La fase pilota durerà dodici mesi ed è stata finanziata interamente dalla Regione Toscana. “Questa iniziativa – sottolineano il presidente Eugenio Giani e l’assessore al Diritto alla salute Simone Bezzini – nasce da un accordo con i sindacati dei medici di medicina generale ed è un passo importante per migliorare la presa in carico dei cittadini. Le Aggregazioni funzionali territoriali diventano così l’asse portante del nuovo modello di assistenza territoriale e dello sviluppo delle Case di comunità”.
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