Il personaggio
Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report
Da giorni Sigfrido Ranucci è sotto i riflettori. Prima l'attentato che ha distrutto la sua auto, poi una pioggia di attentati di solidarietà, domenica 26 ottobre la nuova puntata di Report, incalzante e con inchieste pungenti come sempre, e ovviamente nuove polemiche. Ma chi è Sigfrido Ranucci? Nato a Roma il 24 agosto 1961 è uno dei più noti e riconosciuti giornalisti d’inchiesta, sicuramente il più esposto del servizio pubblico italiano.
Davanti l'abitazione di Ranucci il giorno dopo l'attentato esplosivo
Formazione e primi passi
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere alla Sapienza di Roma con il massimo dei voti, Ranucci ha iniziato la sua carriera giornalistica collaborando con quotidiani locali, tra cui il giornale romano Paese Sera. Nel 1991 è entrato ufficialmente alla Rai come “assistente ai programmi / programmista-regista”, per poi diventare giornalista al Tg3. Negli anni successivi ha svolto un percorso poliedrico, molto impegnativo. Nel 1997 passa a Rai International e dal 1999 è assegnato a Rai News 24, dove nel 2001 diviene inviato speciale. È stato inviato in contesti internazionali complessi: nei Balcani, a New York dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, a Sumatra nei giorni dello tsunami e in Medio Oriente, dove ha condotto inchieste su violazioni dei diritti umani e uso di armi non convenzionali. Si è progressivamente specializzato nel giornalismo d’inchiesta entrando, dal 2006, nella redazione della trasmissione televisiva Report.
Ranucci durante l'intervento ad un convegno
Ambiti d’inchiesta e risultati
Le tematiche delle inchieste spaziano da traffici illeciti e mafia, a smaltimento rifiuti, uso di armi nei conflitti, fino al potere economico e politico. Grazie al suo impegno ha ottenuto numerosi riconoscimenti giornalistici, tra cui il Premio Ilaria Alpi, il premio Penne Pulite, il premio Maria Grazia Cutuli. Nel settembre 2024 ha ricevuto un Premio alla carriera nell’ambito del Festival della città ideale – Dialoghi.
La moglie di Ranucci scortata dai carabinieri dopo l'attentato
Contesti di rischio e intimidazioni
A causa del suo lavoro investigativo, Ranucci è stato spesso oggetto di minacce e azioni intimidatorie. Vive sotto scorta almeno dal 2014. Nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 2025 un ordigno ha distrutto l’auto di Ranucci e quella della figlia, parcheggiate davanti alla sua abitazione a Pomezia (provincia di Roma). Nessuna persona è rimasta ferita, ma l’episodio è stato considerato un grave atto intimidatorio.
Un evento di solidarietà dopo il vile attentato
Vita privata
Pur essendo uomo di grande visibilità, Ranucci mantiene un profilo molto riservato. Secondo le sue biografie non ufficiali è sposato con Marina con cui ha avuto tre figli: Giordano (insegnante), Michela (neuropsichiatra) ed Emanuele (studente di Giurisprudenza). E' cattolico praticante e ha spesso espresso rimpianti per l’impatto della sua attività professionali sulle relazioni familiari, in particolare per le assenze imposte dalla scorta e dalle inchieste.
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