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La testimonianza

Il Parco nazionale, il film di Pieraccioni, le Miniolimpiadi e tanto altro in Casentino nelle cronache del Corriere dal 1985

Il contributo di Gianni Verdi per i quaranta anni del giornale della città e delle vallate

Gianni Verdi

04 Marzo 2025, 06:29

Il Parco nazionale, il film di Pieraccioni, le Miniolimpiadi e tanto altro in Casentino nelle cronache del Corriere dal 1985

Passi da gigante, da lumaca, da gambero.

Da quarant'anni fa, quando iniziai la mia collaborazione con l'allora “Corriere Aretino”, anche il Casentino si è mosso, a volte al ritmo di un quattrocentista, altre volte con la lentezza della tartaruga illusa che Achille non possa mai raggiungerla, altre ancora volgendo indietro i passi, del ritornar vantarsi e chiamarlo procedere.

È una terra bella e difficile da raccontare: un cuore verde che pulsa l'ossigeno per tutti, i muscoli in panne, il cervello fino della tradizione rurale, gli occhi bendati dal campanilismo.

Questa cronaca non sarà una sfilata di momenti speciali né un elenco di celebrità intervistate, di incontri che mi è capitato di raccontare su queste pagine; sarà piuttosto un viaggio nelle trasformazioni, o più spesso nelle illusioni, della prima valle dell'Arno.

Il Corriere di Arezzo nasce nel 1985. La mia prima immagine da cronista è quella di Fabio Clauser, perché in quell'anno si tenne la prima marcia per sensibilizzare i casentinesi verso l'istituzione di un Parco Nazionale. Clauser di anni ne aveva già 66, e oggi che è venerato come la sua creatura, Sasso Fratino, guarda ancora il corso della Natura con occhi che vedono lontano. Anni dopo, nel 2019, in tanti gli avrebbero tributato omaggi al compimenti del secolo di vita.

In un'epoca dove il materialismo trionfa per mancanza di avversari, dal Casentino continua ad emanarsi un afflato di spiritualità. La data del 17 settembre, quella delle Stimmate, nel '93 ebbe l'onore di veder salire al santuario della Verna Papa Giovanni Paolo II. Spicca il volo Romena, gli ordini secolari soffrono e reagiscono aprendosi alle vocazioni internazionali. In Casentino nel 1994 celebra la sua Messa Novella il primo prete albanese dopo 80 anni di bando per la dittatura. Intanto, il Corriere Aretino diventa Gazzetta di Arezzo.

Il ‘95 porta in Casentino il centro commerciale omonimo, preludio e conseguenza di un nuovo esodo dalle campagne. Pian piano arriva, nelle case e nelle aziende, la connessione alla Rete. Internet cambierà le abitudini, gli schermi di casa diventano sempre più grandi e chiudono i cinema. In generale, vedere saracinesche abbassate diverta sempre più frequente, e per chi ha visto - come chi scrive - il suo paese svuotarsi di anime e di anima, è il remake di un triste film. Torna in edicola il giornale, che si chiama Corriere di Arezzo e della provincia. A proposito di film, a un certo punto la piazza Tanucci di Stia diventa il set del “Ciclone”. Altri luoghi del Casentino non saranno così fortunati per Leonardo Pieraccioni, ma è Massimo Ceccherini che nel 2016 viene a commemorare i vent'anni di quel grande successo dando il ramato dal palco di piazza.

Può sembrare scontato, ma c'è stato un tempo in cui anche il Casentino guardava all'Europa: fu la stagione dei gemellaggi. Le comunità avevano voglia di unirsi, conoscere chi parlava lingue diverse, anche se solo pochi decenni prima avevano combattuto da trincee opposte. Forse una delle cose più belle in Casentino fra gli anni '90 e i primi 2000, sono state le Miniolimpiadi. Centinaia di giovani italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, a misurarsi sui campi di gioco di ogni angolo della vallata, a cercare di superare le barriere linguistiche trovando punti di incontro nell'entusiasmo della scoperta. Schengen eravamo noi.

Il nuovo millennio porta le autostrade telematiche, e fa invecchiare le già obsolete strade del Casentino. Qui la storia non diventa mai Storia, resta sempre attualità di code, semafori, cantieri, progetti, promesse…

I più ironici fra i casentinesi si chiedono chi resterà in piedi più a lungo, se l'ospedale del Casentino o la ex Sacci del Corsalone. Nel 2007 l'ospedale viene tutto ammodernato, oggi ci si lavora ancora; nel frattempo si perdono pezzi importanti, e ci si aggrappa a quello che rimane.

Se la sanità fa venire qualche timore, meglio prevenire che curare. Si inizia a parlare del progetto di una pista ciclopedonale che da Stia porti alla foce dell'Arno. Un progetto turistico e salutistico, che qualche beneficio lo porta, e che prova anche a proliferare (Archiano, Teggina, Corsalone). Quale sarà la generazione che riuscirà a vederla finita e non franata?

La crisi economica mondiale del 2008, qui da noi ha il volto della vertenza SCA: un'operazione disperata, nella quale però la gente comune capisce bene da che parte stare. Il concerto dell'aprile 2009 resterà nella memoria di chi lo ha organizzato e vissuto come impossibile da scordare. Seguono a breve le crisi delle banche storiche, ma questa è una storia che va ben oltre i confini del territorio…

Arriva poi la moda delle fusioni, sull'ondata di un rinnovamento istituzionale di facciata, che prima trasforma la Comunità Montana in Unione dei Comuni, poi chiama i casentinesi a consultarsi sul Comune Unico. Da movimento di tendenza a caciara il passo è breve: la fusione riesce a Pratovecchio Stia, per il resto solo fallimenti e inutili polemiche, e la stessa Unione ne uscirà svuotata di membri e significati.

Un'ultima cosa: grazie di cuore ai colleghi che mi hanno chiesto di scrivere questo pezzo. Non senza un pizzico di delusione, perché avrei preferito che a scriverlo fosse stato un giovane corrispondente dal Casentino.

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