“Penelope non deve crescere senza libri”
Katia Albertoni è una giovane donna che ha realizzato un sogno. Quello di salvare, conservare e fare crescere una piccola libreria dentro lo storico negozio di Lina Giorgi a Ponte a Poppi. All'inizio era uno spazio all’interno della cartoleria, magari destinato, un giorno, a sparire. Ma Katia che già lavorava lì dentro come commessa, su quello spazio ci credeva. Era il 2011, la crisi della carta non così evidente, ma si annusavano i primi segnali e lei tenacia e forte disse: “Io ci provo”. Oggi quel sogno si chiama Mondadori Point e piano piano - ma non troppo - è cresciuto a tal punto che è diventato un angolo, un riferimento per il paese, ma non solo. Ma andiamo per gradi.
Katia e Gabriele Rossi il figlio di Lina Giorgi, erano sposati da cinque anni quando lei si accorge di aspettare una bambina. Si chiamerà e si chiama Penelope e la sua tela comincia a tesserla già in pancia di mamma.
“Quando vedevo quell'angolo pieno di libri perdere però sempre più identità mi dispiaceva - racconta Katia - Sono sempre stata una grande mangiatrice di libri. Vengo da una famiglia semplice, siamo tre fratelli il mio babbo era un operaio ma anche un grandissimo lettore che ci ha trasmesso questa grande passione per la pagina scritta. Quando rimasi incinta, mi dissi che mia figlia non sarebbe cresciuta senza libri di carta. Così bussai a Mondadori, ma all'inizio non mi volevano aprire, perchè il bacino del Casentino è piccolo e credevano di non riuscire a vendere abbastanza”.
A quel punto entrò in gioco Lina Giorgi “fu lei ad impegnarsi anche con una cifra importante per esaudire il mio sogno”. E così nel 2011 Katia apre il suo franchising. “Devo dire che in questa avventura oltre che da Lina, scomparsa un anno fa, sono stata aiutata anche dal Comune di Bibbiena, il primo che ha creduto in noi. Organizzavano allora la mostra del libro e mi chiesero se me la sentivo di proseguire io. Mi domandarono se avessi potuto gestirla. Risposi ‘ci provo’. La mostra del libro venne trasformata in festival del libro e la nostra forza fu quella di puntare sulle scuole e sui ragazzi”.
Una scelta che potrebbe essere azzardata, considerato che oggi proprio i ragazzi non leggono più la carta “e invece - dice Katia - l'approccio dei giovani con i libri è fantastico. Penso che occorra saperli appunto coinvolgere e qua a Bibbiena, con il Festival del libro, sono arrivati grandi scrittori e oggi è davvero un evento che dura per settimane al quale i big dei libri dicono sì”. Tra questi cita il professore Vincenzo Schettini, il prof di chimica che ora ha tanto successo, ma quando venne in Casentino “era poco conosciuto e ricordo che quella serata come un evento sold out”.
Basti pensare, a proposito di giovani e libri che l'iniziativa #ioleggoperché - educazione e promozione della lettura organizzata dall'Associazione Italiana Editori, con il sostegno del Ministero della Cultura e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito – in Casentino è andata a gonfie vele. Il Mondadori Point di Katia,è il terzo in Italia per numero di libri donati alle scuole del territorio: ovvero 1.100 libri.
Ma come fa a resistere ancora la carta? “Perchè io penso - dice Katia - che la carta sia come degustare un buon vino. Te lo godi senza fretta. Non nego che anche io, ogni tanto leggo, l'e-book, ma è diverso. Lo faccio quando ho poco tempo, quando magari sono in treno. La carta però ha un fascino senza tempo”.
Così come il Casentino stesso ed è proprio anche questo, forse, il segreto della libreria di Katia: “Il Casentino non ha mai abbandonato il suo tempo. E' uno scrigno che custodisce ancora i benefici di un passato che mai tramonta. Come le distanze. Da Poppi a Bibbiena ci vogliono cinque minuti. Ci volevano cinque minuti venti anni fa e ce ne voglio adesso. E' questo che lo rende unico”.
Unica come quella libreria che profuma di storie, che è diventata dice Katia: “La casa di tutti” e lei è riuscita ad arredarla con il gusto di oggi e con i sapori di una volta.”