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Agricoltura

Arezzo, stagione dell'olio al via. Castellucci (Coldiretti): "Ottimo e niente rincari, manodopera italiana non c'è"

Luca Serafini

07 Ottobre 2024, 10:56

Lidia Castellucci

Lidia Castellucci

La stagione dell’extravergine è al via in provincia di Arezzo. Piante cariche e già mature, frantoi che si preparano a macinare. Ci siamo. Mentre la superficie coltivata a piante argentate si riduce anno dopo anno, con tante zone in abbandono a causa del ricambio generazionale che non c’è, e mentre la manodopera stagionale è sempre più straniera, perché di giovani locali che vogliono rimboccarsi le maniche nei campi e nelle colline non se ne trovano, tornano i giorni dell’olio. Economia, tradizione, gusto e identità di un territorio, Il dato positivo del 2024 è che le olive sono sane, sanissime, quindi il prodotto finale sarà eccellente e i prezzi in calo rispetto allo scorso anno quando i prezzi schizzarono su a causa dell’annata magra. Da Lidia Castellucci, presidente di Coldiretti Arezzo, cerchiamo di avere anticipazioni sulla raccolta.

- Gli oliveti tra poco si animeranno. Con quali attese?

Sì, nei prossimi giorni partirà la raccolta. Anche se, personalmente, ma come altre aziende, sono alle prese con la vendemmia e riscontriamo qualche problema per sangiovese e trebbiano: avremo gradazioni basse, 12 gradi, mentre sulle precoci è andata bene, con il merlot, e lì saremo sui 13 gradi. L’uva produce meno zucchero per l’andamento climatico particolare. Per le olive la maturazione è ben avviata, in molti casi molto avanzata. Eccoci, dunque. E come per il vino, l’olio ne guadagnerà come aromi.

- Raccolta precoce e promettente.

Il problema della mosca non c’è stato, le olive sono sane, non sono cadute, non hanno sofferto particolarmente, quindi sarà una bella raccolta. Una annata tranquilla, direi, anche se non esagerata. Senz’altro migliore dell’anno passato. Il clima è stato favorevole, eccezion fatta per alcune zone che hanno sofferto per raffiche di grandine ma si tratta di strisce.

- I problemi sono di portata generale, sulla coltivazione che nel tempo perde terreno.

E’ un vero problema, sono sempre di più gli appezzamenti abbandonati, le piante lasciate in balia di se stesse e della vegetazione infestante. Forse a livello di Regione si è compreso cosa sta avvenendo e ci auguriamo che si sia capito che occorrono sostegni e un piano olivicolo. Aiuti e innovazione, misure per mantenere alti i livelli di superfici dedicate all’olivo e la produzione di olio. Mentre il trend è in calo.

- Prezzi?

Lo scorso anno furono alzati per la negatività della stagione, con una produzione molto limitata. Quest’anno non ci saranno rincari. Non sotto i 12 euro fino a 18 per l’Igp. Va sempre detto che chi produce in maniera onesta, secondo la tradizione biologica, alla fine deve vendere il prodotto ad un prezzo che non ci rimetta. Le spese sono molto alte. E poi, aggiungo, anche le rese influiscono sui prezzi ma questa risposta ci arriverà solo dalla macinatura nei frantoi.

- La raccolta delle olive genera occupazione?

Sì, da qui a dicembre, ma per stranieri. A parte uno zoccolo duro di locali tradizionalmente addetti alla raccolta, non si trovano sul territorio giovani italiani disposti a lavorare in agricoltura. Come del resto per la vendemmia. Quindi le aziende devono ricorrere a ragazzi africani o pakistani.

- Ci dica del sapore dell’oro verde prossimo venturo.

Le escursioni termiche che si sono verificate, incrementano la componente aromatica del prodotto che quindi sarà speciale.

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