La sentenza
Il tratto della superstrada era diventato una trappola e per questo ci fu uno scontro frontale tra veicoli con due feriti gravi. Sette ore prima dello schianto, lì sul raccordo Perugia Bettolle era sparita la segnaletica che indicava il doppio senso di marcia nell’unica carreggiata attiva (la est) a causa dei lavori sull’altra, e nessuno l’aveva ripristinata. Così l’automobilista aretino entrato in superstrada a Foiano non si accorse di occupare la corsia vietata dove arrivavano i veicoli nella direzione di opposta e si verificò l’incidente. A distanza di 6 anni è arrivata la raffica di condanne con pene fra i 2 e i 6 mesi per 6 persone accusate a vario titolo di lesioni colpose stradali gravissime.
E’ una vicenda che ha dell’incredibile: quella mattina dell’11 novembre 2018 Giacomo S., 44 anni di Badia Agnano (Bucine) rischiò di morire. Lo tirarono fuori dall’abitacolo della Fiat Qubo con fratture ovunque, trauma cranico, lesioni importanti. Si era immesso nel raccordo con direzione Perugia e dopo lo svincolo aveva superato il veicolo che lo precedeva ma si era trovato di fronte un Iveco: la collisione fu inevitabile e violenta. Erano le 7 circa. I rilievi di legge evidenziarono che in quel tratto c’era un cantiere con il traffico canalizzato nella carreggiata est, a doppio senso di marcia. Ma i delineatori centrali flessibili, chiamati fleco rifrangenti, erano assenti.
Li aveva divelti nella notte un veicolo eccezionale. Sì, le indagini della procura di Arezzo hanno ricostruito che intorno alle 24 l’ingombrante veicolo era entrato nell’area del cantiere e nel transitare, a causa della larghezza (superava la striscia centrale) e per l’asse basso, i fleco erano stati sradicati come birilli e trascinati via. La situazione di pericolo, per chi passò dopo, non era più percepibile. Al termine del processo sono stati condannati il conducente del trasporto eccezionale, Pasquale C. di Foggia; i tre membri della scorta tecnica (i mezzi che precedono e seguono questi ingombranti convogli) e cioè Fabrizio R., Adrian M e Enzo M. di Greve in Chianti, Firenze e Quarrata; il legale rappresentante della ditta di trasporti, Sergio P. di Recanati; il legale rappresentante della ditta che eseguiva i lavori sul raccordo per conto di Anas Massimiliano B. di Perugia. Per quest’ultimo e per il caposcorta 6 mesi di reclusione con la condizionale, per gli altri pene dai 2 ai 4 mesi.
Veniva contestata tutta una serie di omissioni, imprudenze, negligenze, consistite nella non corretta gestione del passaggio del mezzo e il mancato ripristino della carreggiata est. L’indagine ha evidenziato una catena di errori. Il risultato fu che quel tratto di raccordo per ore era una trappola e non intervennero né polizia, né tecnici, né Anas a metterlo in sicurezza. La sentenza di primo grado emessa dal giudice Filippo Ruggiero dispone che il responsabile civile, l’assicurazione, paghi in solido insieme agli altri 25 mila euro di provvisionale all’automobilista ferito. Il totale sarà definito in sede civile. La scorta è difesa dagli avvocati Osvaldo Fratini, Michela Sbragi e Filippo Alberti. Stralciata la posizione del conducente dell?iveco che, è emerso, viaggiava a 82 km orari in un tratto con limite 40.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy