Il personaggio
Simone Benassi
Se non fosse stato per un brutto infortunio alle mani e alle braccia, con 30 punti di sutura, Simone Benassi sarebbe già a Sharm el Sheikh. Ma per il commerciante della dinastia delle bomboniere la partenza è soltanto rimandata: il dado è tratto.
- Benassi, davvero dice ciao ciao ad Arezzo per il Mar Rosso?
Sì. Tra 15 giorni parto con la mia fidanzata e la nostra figlia Zoe di 3 anni. Ci trasferiamo. Ho già preso casa là e presto comincerò con la nuova attività.
- Cioè?
Uno stabilimento balneare a Naama Bay. Una spiaggia, il chiosco, gli ombrelloni. La prendo in subaffitto e la gestisco.
- Ma com’è nata questa storia?
In vacanza a Sharm ho aperto gli occhi, ho fatto due conti, ho preso la palla al balzo. Ho acquistato la casa in un residence, prezzo 70 mila euro. Il gas metano lì non serve, è sempre caldo. La benzina costa 0,20 euro. Condominio, giardiniere, sicurezza, piscina costano una sciocchezza al mese. E poi il mare, il caldo mi piacciono. Insomma, mi sono detto, sai che c’è? ...
- Ma spezzare così una storia antica, quella della sua famiglia, Benassi, attiva negli articoli da regalo, bomboniere, arredi...
Certamente è una cosa che fa effetto. Iniziò tutto mio nonno Mario, la storia poi è proseguita con mio padre Alessandro che purtroppo non c’è più. Quindi sono subentrato io ma dal Covid in poi è cambiato tutto, le multinazionali, le vendite on line hanno trasformato il settore. Ho chiuso con dispiacere gli ultimi due negozi in Guido Monaco ad Arezzo e a Castiglion Fiorentino in Corso Italia, e in entrambi sono state aperte altre attività. A 30 anni, in un contesto totalmente diverso, ho ritenuto di voltare pagina. Con Sara abbiamo fatto valutazioni e condiviso la scelta. Lei lascia la sua quota di società nel centro estetico dove lavora.
- E la bambina?
Andrà alla scuola privata. Costa molto meno di quanto paghiamo qui e con insegnamento di inglese, russo e italiano. Quindi una bella preparazione per il futuro.
- L’Italia e i suoi cari non le mancheranno?
Mi dispiace lasciare qui mia mamma e mio fratello, che è disabile, ma già adesso vengono giù per le vacanze e ora potranno farlo anche di più. Saremo comunque sempre in contatto e anche io ad Arezzo ricapito.
- Ha avuto un infortunio piuttosto serio giorni fa.
Sì, con un tavolino di vetro che cadendo mi ha ferito: schegge ovunque. Avete anche riportato sul Corriere del mio disappunto per un certo atteggiamento non professionale del personale sanitario che ho trovato in pronto soccorso, e lo ribadisco. Chiedevo di essere pulito dal sangue e le infermiere chiacchieravano dei fatti loro.
- Ora come va?
Tolti 15 dei 30 punti. C’è ancora da pazientare, ma è andata bene. E fortuna che avevamo l’assicurazione sulla prenotazione del volo: l’abbiamo spostato.
- La macchina a pois con cui girava per Arezzo?
Venduta. A Sharm ho preso una Ford Mustang del 1958. Adoro le auto storiche. E’ zebrata, bianca e nera, anche se io sono tifosissimo dell’Inter. Non mi potrei vedere con una macchina nera, grigia, bianca, mi sono sempre piaciute le cose uniche.
- Quindi goodbye Arezzo.
Per carattere mi getto nelle cose e nelle avventure che mi appassionano. In passato ho vissuto periodi a Cardiff, Las Vegas, in Thailandia. Amo Arezzo ma adesso scommetto su Sharm, mi sento attratto, ci stiamo bene. Oltre al luogo di vacanza, grazie ad un amico egiziano si è presentata l’opportunità di trasferirmi là per un lavoro e quindi vado. Sono fatto così. Chissà poi se tra due o tre anni (ride ndr.) mi prenderà l’idea della montagna e magari mi sposto a Courmaeyeur”.
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