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L'omicidio

Giusy Potenza, chi è la ragazza che fu uccisa a 14 anni. L'incontro con il cugino amante e il corpo sfigurato a sassate

L'omicidio avvenuto nel 2004. Come andarono le cose, la richiesta di perdono, la condanna, le parole del nonno

Giuseppe Silvestri

03 Novembre 2024, 23:13

Giusy Potenza

Giusy Potenza, fu uccisa a 14 anni

Fu uccisa a soli 14 anni. A trovare il suo cadavere furono i genitori dopo un'intera notte di ricerche. Lei si chiamava Giusy Potenza. L'omicidio scosse tutto il Paese. Il suo corpo fu rinvenuto sulla spiaggia di Manfredonia, in provincia di Foggia, il 12 novembre 2004, segnato da violenze inimmaginabili, con la testa fracassata. Giusy fu colpita con una pietra di circa quattro chili, un atto di violenza che ha suscitato orrore e indignazione. Il cugino di secondo grado di Giusy, che confessò l'omicidio, fu arrestato e condannato a trent'anni di reclusione. Nonostante la condanna, il caso ha continuato a sollevare interrogativi riguardo a possibili complici e alle circostanze che hanno portato a tale atrocità. La famiglia di Giusy ancora oggi continua a chiedere giustizia e verità totale, sostenendo che la responsabilità non ricade solo sul colpevole che confessò e fu condannato ma anche su chi potrebbe aver avuto un ruolo nell'omicidio. 

A pagare è il cugino di secondo grado, Giovanni Potenza. All'epoca dei fatti aveva 27 anni e ha confessato di aver ucciso Giusy, sostenendo che la ragazza minacciava di rivelare la loro relazione alla moglie. È stato condannato a trent'anni di carcere nel 2006 e attualmente è detenuto. A distanza di anni ha chiesto perdono alla famiglia che ha reagito in maniera molto complessa. Il nonno di Giusy dichiarò, tramite il suo avvocato, di essere "disposto a perdonare l'assassino di sua nipote solo se rivelasse l'identità dei suoi complici". Resta il dubbio, infatti, che l'assassino non abbia agito da soloLa richiesta di perdono da parte di Giovanni Potenza è stata, inoltre, interpretata da alcuni come un tentativo strumentale per ottenere benefici penitenziari, dato che attualmente sta scontando la lunga condanna.

Secondo le ricostruzioni Giusy e Giovanni si erano appartati in auto nelle campagne di Manfredonia per avere un rapporto. Durante una lite, Giusy avrebbe minacciato di rivelare alla moglie di Giovanni la loro relazione. In risposta lui la colpì ripetutamente alla testa con una pietra, uccidendola. Poi abbandonò il corpo sulla scogliera. Sul cadavere di Giusy fu ritrovato liquido seminale poi identificato come appartenente a Giovanni, aspetto che dimostra l'incontro consensuale prima dell'omicidio. 

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