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Arezzo

Beppe Angiolini: "Io, la moda, Sugar, le tendenze e la nuova idea che realizzerò"

Sara Polvani

13 Novembre 2024, 00:09

Beppe Angiolini

Beppe Angiolini

Beppe Angiolini, una vita dedicata alla moda italiana dove arte, cultura e storia si fondono, racconta degli inizi, dei sogni e dei progetti a tutto tondo guardando al futuro di Arezzo, suo grande amore, come art director di OroArezzo e direttore artistico della città di Arezzo. Con la storica e leggendaria boutique del multibrand Sugar in questi decenni ha saputo rendere Arezzo sempre più caput mundi e cosmopolita trasformandola in tappa imperdibile per chi fa moda, inserita a pieno titolo nella destinazione fashion delle città italiane, soprattutto per i gruppi internazionali di addetti ai lavori che giungono in Italia durante gli appuntamenti della moda Made in Italy. Ma non solo.

Founder e Ceo di Sugar, presidente onorario di Camera Buyer Italia, come è iniziato il suo percorso nel settore della moda?

Non voglio creare una favola personale, ma la mia passione per la moda è tale sin dalla mia prima giovinezza. Mia madre era un po' disperata per il mio anticonformismo... pantaloni a zampa, maxi cappotti lunghi fino si piedi, ricerca accurata del colore. Già i miei compagni di classe mi guardavano come un eccentrico. 

Quali sono le nuove tendenze?

Le "nuove tendenze" sono sempre meno nette. Rimane sempre più nella moda uno spazio di arbitrio e di libertà che può portare sia verso il passato - vedi il successo dei vintage - sia verso il futuro con invenzioni che a volte non vengono dagli stilisti, ma dal gusto, dalla storia, dall'avventura personale. Detto questo, spesso il richiamo a un certo stile possono costituire una "tendenza" legata a un designer particolarmente creativo. Sugar cerca sempre di crearne uno suo, molto personale, mai troppo fashion, che rifletta identità, creatività, valori, ma sempre nella semplicità. Odio, in particolare in questi momenti gli eccessi, sia nella moda che nella vita. L'essenzialità, l'autenticità sono oggi particolarmente preziosi. 

Da art director di OroArezzo, quali progetti sono in cantiere?

Progetti per OroArezzo tanti, nel segno del glamour... e come sempre guardando al futuro. La moda, anche se non è un periodo splendido, guarda sempre con interesse a questo settore. Ad Arezzo abbiamo le migliori aziende del mondo, primo polo produttivo europeo...  e proprio con loro abbiamo pensato ad un Albero di Natale solidale, dedicato ai bambini del Kenya tramite la Onlus Watoto Kenya. "Diamo un po' di luce a chi vive nel buio”.

Come direttore artistico della città di Arezzo, quali sono le sue proposte?

La città di Arezzo è il mio grande amore. Certo, ci vorrebbe una grande e prestigiosa Università, la stazione dell'Alta velocità più vicina e un ruolo più internazionale, che per essere la città del Vasari e di Piero della Francesca meriterebbe. È vero abbiamo la Fiera Antiquaria, manifestazione importantissima, ma cosa facciamo per promuoverla? Abbiamo manifestazioni più "popolari" come i mercatini di Natale, che vanno bene, ma secondo me bisogna volare più in alto. Pensare "mondo" e attrarre gente da ogni dove, con iniziative uniche di arte, musica e non solo....

Adesso c’è anche l’effetto delle celebrazioni vasariane e tra poco inizia la Città del Natale. Come è cambiata Arezzo turisticamente in questi anni, cosa occorre per migliorare ancora? Quanto pesa la mancanza del Caffè dei Costanti e quanto sono importanti iniziative come quelle di Patrizio Bertelli anche per la Pieve, Palazzo Carbonati e Buca di San Francesco?

Attualmente abbiamo una mostra dedicata a Vasari bellissima e invito tutti a visitarla... è davvero straordinaria. Bertelli, un uomo unico, un genio nel mondo della moda, dell'arte... anche lui innamorato della sua città. Tutti i suoi interventi per la Fortezza, la Pieve, sino all'ottimo ristorante, la Buca di San Francesco, al Caffè dei Costanti e tanto altro. Una passione che condividiamo, come io ho fatto con Palazzo Lambardi, anche lui vuole restaurare, conservare e far rivivere la bellezza di Arezzo, stratificata nei secoli per le generazioni future. 

Quali altri interessi coltiva?

Forse troppi. Mi piacerebbe creare un rapporto più stretto tra le generazioni. Innestare sul tessuto storico qualche novità dal mondo. Interagire sempre più con la governance locale, in un progetto senza timidezze. Iniziative tutte nostre ma buttando il cuore oltre l'ostacolo....

Le restano sogni nel cassetto?

E chi non ha sogni nel cassetto? È un modo di vivere nel presente senza nostalgie del passato. Mi concentrerei sulle relazioni umane per riscoprire una nuova gentilezza. Viviamo in un contesto meraviglioso, perché essere indifferenti o distratti?.

Progetti futuri?

Dalla vita ho avuto tanto sul piano personale, magari come tutti anche con qualche momento difficile.... Non per vanità, ma mi piacerebbe lasciare un segno per la mia gente e la mia città. E proprio per questo sto portando avanti l'idea di una mia Fondazione che presto si realizzerà... e sarà spettacolare. Utopista? Ebbene sì. È con le utopie che il mondo è cresciuto. Si è detto "non si può fare". E poi invece si fa.

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