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Arezzo

Esplosione, sotto sequestro la parte dell'azienda dello scoppio. Le indagini, le conseguenze, i social impazziti

Luca Serafini

20 Novembre 2024, 23:48

Esplosione, sotto sequestro la parte dell'azienda dello scoppio. Le indagini, le conseguenze, i social impazziti

E' sotto sequestro la parte dell'azienda Safimet di San Zeno, Arezzo, dove si è verificata l'esplosione alle 10 di mercoledì 20 novembre. Le indagini sono affidate ai vigili del fuoco di Arezzo. Individuata subito l'origine dello scoppio, un reattore per l'affinazione e il recupero dei metalli preziosi, si deve capire cosa ha provocato il boato che poteva causare una tragedia.

Quattro operai leggermente feriti (fastidi all'udito e bruciore agli occhi) accompagnati dal 118 all'ospedale San Donato. Errore umano o malfunzionamento del macchinario: queste le due ipotesi da verificare. Nel reattore avviene una reazione chimica per la lavorazione degli scarti e il recupero dei preziosi. Gli altri settori della fabbrica possono riprendere l'attività già dalla giornata di giovedì 21 novembre.

La giornata è stata caratterizzata da un tam tam sui social che ha suscitato allarmi su una inesistente contaminazione. Si parlava di cianuro nell'aria, con invito a utilizzare mascherine e chiudere le finestre. L'Asl ha smentito sulla base di quanto rilevato subito dai vigili del fuoco e poi da Arpat.

La nuvola bianca che tanto ha impressionato sul web altro non era che vapore. Safimet è dotata di impianti di sicurezza avanzati e nessuna fuoriuscita di acidi nocivi è avvenuta. Le fake news sono rimbalzate da un cellulare all'altro generando preoccupazione. Falso allarme.

Safimet, nata nel 2000, è una delle aziende del distretto aretino che si occupano di recupero metalli preziosi da scarti di lavorazione e altri materiali. In provincia di Arezzo è quarta nella hit dei fatturati, con oltre mezzo miliardo annuo.

La deflagrazione ha trasformato il reattore - una sorta di grosso serbatoio - in un razzo. La parte superiore è volata perpendicolarmente, ha sfondato il tetto provocando un cedimento, e all'esterno ha tranciato un cavo dell'Enel. Per gli operai presenti nel reparto, la loro posizione a una quindicina di metri di distanza ha scongiurato che potessero riportare conseguenze ben peggiori.

L'inchiesta dovrà accertare eventuali responsabilità se ci sono, e rispondere a quesiti al momento non risolti. Il sindaco di Arezzo, Ghinelli, e quello di Civitella, Tavarnesi, hanno rassicurato sul fatto che ambiente e salute pubblica non sono stati messi in pericolo. 

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