Arezzo
Manuela Pisaniello
Manuela Pisaniello, delle Acli di Arezzo, è la nuova vicepresidente Acli Toscana, una vita dedicata al mondo dell’associazionismo e all’impegno nella società civile.
Per la prima volta la leadership delle Acli Toscana è tutta al femminile, una volta storica?
“Indubbiamente per la nostra associazione si tratta di un cambiamento, direi anche di un messaggio, importante. Racconta di una associazione moderna, che non ha difficoltà a valorizzare la competenza e la capacità delle donne. Insomma, il detto, ancora oggi attualissimo in molti contesti “Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà”, non vale nelle Acli dove la doppia nomina al femminile della presidente Elena Pampana e la mia di vice è solo l’ultimo approdo di un percorso intrapreso da tempo, volto a valorizzare il ruolo femminile nella promozione sociale”.
Quali istanze locali porterà a livello regionale nell’ambito della sua vicepresidenza?
“Sento una grande responsabilità verso i 21 mila aclisti della Toscana e, quale vicepresidente con delega al welfare e alla sanità, il mio impegno sarà rivolto a costruire un ponte tra le esigenze locali e le strategie regionali. Promuovere un sistema di welfare equo e vicino alle persone e al tessuto economico, affrontando temi cruciali come il lavoro, l'inclusione lavorativa, con particolare attenzione ai giovani e alle donne, che in tanti settori continuano ad essere categorie penalizzate. Ho particolarmente a cuore lo sviluppo dei servizi di prossimità, essenziali per contrastare l’isolamento nei piccoli centri e garantire coesione sociale: il Patronato, il Caf e la Fap Acli sono dei fondamentali punti di riferimento per famiglie e anziani in difficoltà garantendo supporto verso i servizi di sostegno e reddito e nello svolgimento di pratiche necessarie per accedere a misure di welfare; tra gli obiettivi, il rafforzamento delle reti tra sedi provinciali e circoli, essenziali per preservare e diffondere i valori cristiani che animano le Acli - Partecipazione, Solidarietà e Cittadinanza Attiva - attraverso la possibilità e la facilità con cui a tutti deve essere possibile accedere ai servizi offerti dalla nostra associazione”.
Cosa ama di più della città di Arezzo?
“Da romana, di Arezzo apprezzo, oltre alla indubbia bellezza, la sua tranquillità e il ritmo di vita a misura d’uomo, così lontani dalla frenesia e dal caos, di una capitale. Ad Arezzo ho riscoperto il piacere di vivere una piccola comunità, con persone schiette e acute come sono gli aretini, che a dispetto di un atteggiamento talvolta scorbutico, nascondono un cuore grande. Ne ho avuto subito, appena arrivata nel 2012, una prima tangibile prova, conoscendo tanti volontari che animano tutta la settimana la sede della associazione per il solo piacere di rendersi utili alla comunità”.
Impegnata anche nel Pd. E' difficile conciliare i tempi della vita familiare e quelli lavorativi?
“Devo dire che sono cresciuta dovendo imparare a conciliare studio e amici con il lavoro, a partire da quelli per pagarmi gli studi universitari. E poi non dimentichiamo Roma, posso assicurare che l’adolescenza nella capitale è una bella palestra. Quando racconto dei continui trasferimenti in scooter a mio marito, tra strade sconnesse, zizzagando tra le macchine che sfrecciano sul raccordo anulare, giorno e notte, sole o pioggia, da una parte all’altra della città, lo vedo che mi guarda come si guarda un sopravvissuto. E forse è vero. Però Roma non ti dà scelta, o ti abitui a ottimizzare i tempi, o butti via le giornate. Certo, da genitori è tutto più complicato, ma con un po' di organizzazione si riesce a non far mancare ai figli la necessaria attenzione e dedizione. E poi c’è il sostegno della famiglia ‘allargata’, nonni e zii, che è stato e continua ad essere fondamentale per i nostri piccoli. Quanto alla militanza nel Pd, trovo che si concili e si completi con quello nelle Acli, permettendomi di portare avanti valori comuni in contesti diversi ma complementari. Per me ciò che conta, è che entrambe le realtà sono orientate al miglioramento della comunità, alla promozione dei valori di solidarietà e inclusione sociale”.
Quali altri interessi coltiva?
“L’interesse per tutto ciò che è associazionismo, mi ha portato a conoscere ed entrare a far parte di altre realtà di grande valore sociale come la Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) provinciale di Arezzo come membro del comitato scientifico. Da qualche anno sono nel consiglio nazionale di Libertà Eguale, un’associazione che promuove l’impegno civico e con cui abbiamo organizzato diverse iniziative importanti in città, e sono nell’assemblea di Donne Leader in Sanità, associazione che sostiene il ruolo delle donne nel settore sanitario e promuove politiche di parità e inclusione. Tutte queste esperienze, tutte queste realtà, sono dei formidabili veicoli per consentire nel proprio piccolo, a tutti quelli che abbiano voglia di impegnarsi attivamente, di contribuire a cause sociali e culturali di vitale importanza”.
Obiettivi futuri?
“Nel mio piccolissimo, l’ambizione è quella di contribuire a costruire una società più inclusiva, in un tempo in cui l’individualismo e l’indifferenza dilagano. Sentire parlare di guerra in Medio Oriente e in Ucraina con la stessa indifferenza con cui si parla dell’esito di una partita di calcio; chi derubrica la Pace a una formuletta retorica per ingenui idealisti, dimentica che se manca quella semplicemente non c’è vita, mai darla, questo si ingenuamente, per scontata o definitivamente acquisita. Credo però, sono convinta, che l’unico antidoto a tutto questo sia darsi da fare, ciascuno come può, concretamente, sacrificando un po' del proprio tempo, per riaffermare valori opposti a quelli che hanno portato a questo imbruttimento e involgarimento mondiale. E se c’è un rimedio a tutto ciò, credo stia proprio nel non isolarsi, nel vivere le associazioni come un formidabile strumento per dare voce ai valori in cui si crede”.
IL PROFILO
Nata e cresciuta a Roma, da famiglia di origini napoletane. Dal 2012 vive ad Arezzo, una città splendida che le ha consentito di conoscere persone speciali, primo fra tutti suo marito Luca Fanfani. Ha due splendidi bambini: Giorgia, di 9 anni, e Andrea, di 5. Una Laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Sapienza, Master in Risk Management in Sanità con tesi sulla digitalizzazione in sanità e Corso di Alta Formazione in Metodologie e strumenti per il management sanitario in organizzazioni complesse presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Lavora nel settore sanitario da una decina d’anni, nell’amministrazione del Centro Chirurgico Toscano. Il rapporto con le Acli è datato, il suo primo vero lavoro è stato in Svizzera presso il Patronato Acli di Lugano, come addetta alle pratiche internazionali. Lo spirito di coesione che caratterizza l’organizzazione le ha insegnato i valori del vivere in comunità e dell’impegno sociale e, non da ultimo, politico, che porta avanti con passione nel Pd aretino.
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