Arezzo
L'omicidio di Olmo
Quattordici anni dopo l'omicidio, godeva dell'istituto della messa alla prova (che presuppone ravvedimento, volontariato e condotta di vita esemplare) ma si è reso protagonista di un nuovo episodio di cronaca ed è finito in carcere. E' successo ad Arezzo e la vicenda comincia il 19 ottobre 2010. Frazione di Olmo, piazzale del circolo, ex Trocadero, alle 23 va in scena una delle battaglie armate che in quel periodo terrorizzavano la città: albanesi contro rumeni. Mercato della prostituzione e droga al centro dei conflitti, sanguinosi, come all'Orciolaia, alla Chiassa.
Quella sera a Olmo, dopo la partita di Champions tra Milan e Real Madrid, cadde a terra colpito da una coltellata il 25enne rumeno Aron Catalin. Morì in ospedale. C'era stato uno scontro tra sei, sette persone. Le indagini della polizia portarono all'individuazione degli autori. C'era stato anche un altro ferito grave. Nei processi successivi, tra i condannati, appunto, l'allora ventenne albanese. Le pene inflitte, con abbreviato, erano di 18 anni di reclusione.
Ed eccoci ai nostri giorni. Novembre 2024. Una pattuglia della polizia del reparto prevenzione crimine della Toscana in via Calamandrei sta sorvegliando la situazione nel quadro della task force predisposta per prevenire i furti alle ditte orafe. Viene vista passare un'auto scura che procede con andatura strana, a zig zag.
Viene intimato l'alt ma il conducente accelera e scappa. Ne nasce un inseguimento pericoloso nel quale le manovre dell'auto scura rischiano di procurare conseguenze agli altri automobilisti e alle forze dell'ordine. A Chiani dove la macchina sfugge al controllo e finisce nel campo dopo aver abbattuto un cartello. L'automobilista, robusto, testa rasata, scappa a piedi per la campagna. La polizia - scientifica e squadra mobile - raccoglie elementi preziosi nella vettura per risalire al fuggitivo. Viene identificato e denunciato. E' il 35enne che partecipà al delitto di Olmo, condannato per omicidio. Dopo alcuni anni di prigione aveva ottenuto di uscire con il regime della messa alla prova. Dopo aver assunto alcol e stupefacenti, alla vista degli agenti aveva tentato di eclissarsi. Non gli è riuscito.
Il passaggio successivo, tecnico giudiziario, è che il tribunale di sorveglianza di Firenze, alla luce del comportamento dell'uomo, revoca la messa alla prova, istituto che presuppone determinati requisiti. Scatta così l'ordine di carcerazione e la squadra mobile diretta dal dottor Davide Comito esegue l'arresto. In casa il 35enne non c'era ma viene rintracciato altrove. L'uomo ora è in carcere dove deve espiare la parte residua della pena per il fatto di sangue di Olmo.
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