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Monte San Savino

Foro nel muro e porta sfondata ma il furto di metallo prezioso fallisce. I retroscena del 22esimo assalto nel distretto dell'oro

Luca Serafini

28 Novembre 2024, 07:48

Foro nel muro e porta sfondata ma il furto di metallo prezioso fallisce. I retroscena del 22esimo assalto nel distretto dell'oro

Il foro e la Italrecycling

Colpo sfiorato, ma c’è ancora da tremare. I ladri delle aziende orafe sono in piena attività nel distretto dei preziosi di Arezzo, non sloggiano nonostante la task force dei controlli che ogni notte vede impegnate più pattuglie a presidiare le zone industriali.
L’episodio numero 22 dell’anno nero dei furti, è una razzia fallita ed ha avuto come bersaglio la Italrecycling & Investment di Monte San Savino, al civico 19 di via della Costituzione, la stessa strada dove 6 anni fa il gommista Fredy Pacini per legittima difesa sparò ad un ladro e lo uccise.

I malviventi che hanno agito alla Italrecycling sono scappati a mani vuote dopo aver praticato un foro nei locali dell’azienda confinante, la nota impresa Carini, leader nelle porte e nei serramenti. Passati da una finestra, hanno lavorato con mazza e piccone per sfondare la parete comunicante ma i calcoli fatti nella fase di studio del colpo erano sbagliati e il caveau è rimasto inviolato. Protetto dal cemento armato. Così hanno fatto un secondo tentativo: hanno forzato una porta e si sono introdotti nella ditta.

L’allarme dell’azienda (già visitata a primavera) che lavora scarti e recupera metalli preziosi è scattato verso le 2.30. L’irruzione dei malfattori non ha fruttato nulla; all’esterno non c’era metallo lavorato o in lavorazione da arraffare, come capitato in altre occasioni. Il sistema di videosorveglianza è stato messo ko e i ladri hanno asportato di netto il dispositivo con il cd che contiene le immagini del raid. Temevano di essere riconosciuti.

Del resto le indagini congiunte di carabinieri e polizia sulla scia di episodi che nel 2024 si susseguono senza soste, sono serrate e anche un dettaglio, un passo falso, può risultare decisivo come in una partita a scacchi. L’azione dei criminali dei preziosi stavolta non è stata di tipo militare come era accaduto a Borghetto, sempre nel comune di Monte San Savino, nella ditta di argento Scatragli srl saccheggiata nelle scorse settimane a inizio novembre. In quel caso le strade furono sbarrate con mezzi rubati, così da assicurare una fuga agevole in caso di arrivo delle pattuglie. In via della Costituzione a Monte San Savino, una volta capito che non avrebbero cavato un ragno dal buco (è proprio il caso di dirlo vista l’inutilità del foro) i ladri si sono dileguati.

Quando erano già spariti sono arrivate le auto dell’istituto di vigilanza e dei carabinieri. L’attività investigativa sugli assalti alle aziende orafe è stata delegata dal procuratore Gianfederica Dito a polizia e carabinieri congiuntamente. Raccolti gli elementi sui quali sviluppare le piste, le indagini sono in corso. Intanto il 2024 volge verso la conclusione con lo stesso problema con cui è iniziato: le bande non mollano, sono troppo ingolosite dai preziosi lavorati da 1.200 aziende aretine distribuite nel territorio, tra città e vallate.

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