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Arezzo

Due gruppi criminali contro le ditte orafe: uno colpito con arresti e covo scoperto, ora caccia alla banda che fa azioni militari

A Croma Catene ingente bottino in argento (forse 100 chili): ritrovato il furgone usato per la fuga e indagini nel vivo

Luca Serafini

03 Dicembre 2024, 10:23

Due gruppi criminali contro le ditte orafe: uno colpito con arresti e covo scoperto, ora caccia alla banda che fa azioni militari

L'assalto alla Croma Catene

Ad Arezzo cambia il vento nella sfida tra guardie e ladri in atto nel distretto dell'oro. Dopo la cattura dei primi due presunti banditi, controffensiva di polizia e carabinieri. Sarebbero due i gruppi criminali che si sono divisi il territorio aretino nell'ultimo anno con 24 assalti, tra riusciti e tentati, alcuni con lo stesso bersaglio. Modus operandi diversi.

Uno dei gruppi mette in atto azioni in stile militare, da commando, come alla Croma Catene di Subbiano (forse 100 chili di argento la refurtiva): strade bloccate con mezzi intraversati, sfondamento con altri mezzi (la ruspa) usata come ariete. Su questo episodio, simile al raid di Borghetto di Monte San Savino e a quanto avvenuto mesi fa ad Anghiari e in altri luoghi, le indagini sono nel vivo. Ritrovato a La Pazienza il furgone usato per la prima parte della fuga. Colpo eseguito in 7 minuti. Forse dieci i malviventi in azione

Diversa la strategia dell'altro gruppo di ladri specializzati. L'arresto dei due ventenni rumeni è riferito agli episodi di Laterina Pergine, alla Fullove del 28 novembre e alla New Chains di Tegoleto, il 22. Qui il blitz, rapidissimi, fulminei, avvengono in modo più tradizionale. Analogie anche con i colpi in via Ramelli ad Arezzo. La banda in questo caso è stata se non proprio decapitata, ridimensionata con la cattura dei due ventenni della Romania. E con la scoperta del covo in un luogo che gli inquirenti non svelano per non danneggiare le ulteriori indagini. 

***

La cronaca dell'ultimo assalto, il 24esimo:

Sette minuti per mettere a segno l’assalto numero 24 dell’anno. In azione un commando di banditi, forse dieci, vestiti di nero e mascherati come da copione. Bersaglio la Croma Catene di Subbiano in via Righi. I ladri hanno riempito un furgone di argento, chili e chili, forse 100 ma potrebbero essere anche di più, dopo aver sbarrato le strade della zona industriale con due camion rubati.

Le immagini della videosorveglianza mettono i brividi, mostrano la ruspa (rubata alla ditta vicina) che sbuca nella notte, sfonda il cancello dell’azienda e si fa largo nel piazzale, poi va ad abbattere la porta dalla quale il gruppo penetra all’interno. Agili e forti, veloci, determinati, ladri sollevano la pesante cancellata appena divelta per far passare il furgone, rubato pure quello e già con il portellone spalancato per ospitare il metallo prezioso. Poi ognuno interpreta la sua parte. Ciò che segue è il movimento di borse molto capienti dove infilano il metallo trovato in produzione: una refurtiva ingente ancora non stimata. Infine, prima dell’arrivo della vigilanza privata e delle forze dell’ordine, cala la parola “the end” sul film del nuovo raid nel distretto orafo aretino, cinto d’assedio da criminali specializzati.

E’ una vera e propria guerra quella in atto, con 1200 ditte del settore che ogni sera tremano. Il fermo di due sospettati per il furto del 28 novembre alla Fullove di Laterina (articolo accanto ndr) rompe un lungo digiuno delle forze dell’ordine e potrebbe essere l’inizio della controffensiva dei tutori della legge.
Intanto alla Croma Catene c’è un danno rilevante cui porre rimedio. E ci sono danni alle strutture, oltre che il contraccolpo psicologico forte, quel trauma di chi viene aggredito nella sua proprietà, nel lavoro, nel sacrificio quotidiano, di una vita.
Croma Catene, fondata nel 1986, ha una caratura internazionale e lavora tonnellate di argento. La conduce la stimata e operosa famiglia Cacchiani: padre, madre e figlia. Negli anni sempre al passo con i tempi, tra prodotti di qualità e innovazione tecnologica, un punto di riferimento per serietà e anche per i riflessi occupazionali.

L’azione in stile militare è stata attuata alle 3.40 quando la zona era scoperta: le pattuglie che pure controllano le aree produttive in quel momento erano altrove. E il raid ha avuto una fase di accurato studio preliminare dei luoghi e della dinamica. I due camion serviti come barriere sono stati rubati a San Giuliano, come pure il furgone. Mentre il Caterpillar i banditi sapevano di poterlo trovare a due passi dall’obiettivo, presso la ditta Mearini.
I movimenti erano calcolati e premeditati: impeccabile l’esecuzione e il tempo impiegato, 7 minuti, tale da vanificare la corsa di vigilanza privata, carabinieri e polizia, dopo che l’allarme è scattato. Il furgone utilizzato per la prima parte della fuga è stato abbandonato, vuoto, non troppo lontano: alla Pazienza.

Nessuna voglia di parlare da parte degli imprenditori, mentre gli inquirenti sono al lavoro a capofitto. La tecnica utilizzata sembra coincidere con quella del furto di inizio novembre alla Scatragli srl di Borghetto (Monte San Savino). Potrebbe trattarsi della stessa cellula di predatori di preziosi, in parte pendolari e in parte ben calati nella realtà aretina, capaci di conoscere ambienti, risorse e abitudini delle imprese da depredare.

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