Arezzo
L'avvocato Roberto Alboni
“Mio nonno era di Tuori. Quel giorno (il 29 giugno 1944, ndr) si trovava nei pressi di Civitella perché andava a macinare il grano ad un mulino da quelle parti. Era in bicicletta e fu rastrellato, assieme ad altre persone tra cui il padre di Ida Balò, al ponte della palazzina. E lì venne ucciso. Ricordo i racconti dei miei zii che furono chiamati e accorsero sul posto. Vi lascio immaginare cosa possa aver significato vedere tutte quelle persone trucidate”.
A parlare è Roberto Alboni, avvocato di Arezzo e nipote di una delle vittime della strage nazifascista di Civitella in Val di Chiana. Ricorda la morte del nonno Metello Ricciarini. I suoi parenti, tra cui la madre di Alboni, pochi giorni fa hanno ricevuto 800 mila euro come risarcimento dal cosiddetto Fondo Draghi, il decreto 36/2022, che prevede il pagamento di tutte le sentenze definitive al momento attuale. In questo caso le somme - dopo il via libera del ministero dell’Economia e Finanze all’indennizzo - sono state liquidate in seguito alla sentenza del tribunale militare della Spezia del 2006, poi diventata definitiva nel 2008. Il primo caso nell’Aretino, tra i primi in Italia.
“Metello era mio nonno, il babbo della mia mamma nata circa un mese dopo la sua morte – prosegue Alboni - quando, era il marzo 2005, si celebrava finalmente un processo per quella strage, pensai a tutto quello che avevo vissuto in famiglia, ai ricordi. E allora pensai che fosse il caso di fare qualcosa. Il primo grado si concluse nel 2006 – prosegue Alboni - ci furono, come forse qualcuno ricorderà, grandi polemiche politiche. Mi fu chiesto da tante parti di non fare questa citazione della Germania, perché avrei creato del contenzioso tra gli Stati come poi effettivamente è successo, però grazie a quel contenzioso oggi siamo arrivati a questo punto e grazie a quella sentenza tanti altri hanno potuto poi esercitare azioni per avere un risarcimento”.
La notizia di questo primo indennizzo per Civitella arriva nell’anno in cui ricorrono gli 80 anni dalla strage, ricordati con una solenne cerimonia lo scorso 25 aprile alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per il sindaco di Civitella, Andrea Tavarnesi, la notizia dell’indennizzo rappresenta “un segnale importante, arrivato grazie alla tenacia dell’avvocato Alboni, nipote di una delle vittime. Però dobbiamo tenere alta l’attenzione perché ci sono state altre 243 vittime e quindi tanti parenti che aspettano una risposta. Dobbiamo lavorare insieme affinché questa risposta arrivi per tutti”.
La visita del presidente Matterella per Civitella è stato anche un momento per fare il punto sulla Sala della Memoria, dove è conservata anche la storia e la foto di Metello Ricciarini. “Sì, è stato un anno importante per noi, ricco di significato – prosegue Tavarnesi - quindi rinnovo il mio ringraziamento al presidente della Repubblica per aver scelto Civitella per ricordare l’anniversario della Liberazione e le vittime della strage. Un anno, come più volte ho ricordato, che non deve essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza per la memoria e per i risarcimenti ancora in corso. Per la nostra Sala della Memoria, abbiamo definito il progetto esecutivo e individuato un importo di spesa. Cercheremo di trovare finanziamenti o risorse comunali per riuscire entro i prossimi due anni, a realizzare a Civitella un vero e proprio museo”.
Anche per l’avvocato Roberto Alboni questo risarcimento deve essere un ulteriore punto di partenza. “Devo ringraziare i giudici che, nei tre gradi di giudizio, si sono occupati della vicenda in maniera illuminata – afferma Alboni– vivo però questo risultato come un ulteriore punto di partenza affinché vengano riconosciuti i diritti di tutte le vittime di tutte le stragi nazifasciste. I giudizi introdotti dopo l’istituzione del Fondo Draghi, compresi quelli che io ho introdotto per conto di 170 persone a Civitella, avranno un iter molto più lento. Confido che lo Stato italiano, a tutti i livelli, operi per giungere a una definizione di tutte le richieste in corso e che la materia non costituisca terreno per contrapposizioni di tipo politico. Il risarcimento è un simbolo verso queste persone, perché l’onda lunga di quel disastro è arrivata all’interno di tutte le famiglie. Infine – conclude Alboni – mi rammarico della costante, totale assenza dello Stato tedesco rispetto alle pretese risarcitorie delle vittime delle stragi”.
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