Arezzo
Doni una bicicletta rotta e fai del bene a chi ha bisogno. E’ la filosofia della Ciclofficina aperta al Pionta dalla Fiab, novità per Arezzo che si allinea a quanto sperimentato a Firenze, Pisa e Prato. I cittadini portano le vecchie bici guaste e inutilizzabili e i meccanici dell’associazione se ne prendono cura, restituendole perfetta funzionalità. Per essere poi assegnate a indigenti o associazioni che operano nel sociale.
“Un modo semplice e concreto per svolgere un servizio solidale e per diffondere ulteriormente il valore della mobilità alternativa a quella delle auto che purtroppo ad Arezzo hanno un ruolo ancora troppo dominante” spiegano alla Fiab che ha pure messo in campo altre iniziative, come le lezioni di riparazione delle bici in classe, per gli studenti, e il Pedibus, accompagnamento dei ragazzi a scuola a piedi o in bici. Un’idea, le lezioni di ciclomeccanica basica, del professor Massimo Barbagli.
“Ai giovanissimi spieghiamo cose molto semplici come la riparazione di una ruota forata, il giusto pompaggio, come si aggiusta una catena, il controllo e la regolazione dei freni, il corretto assetto di guida”. La Ciclofficina gestita da Fiab ha trovato spazio al Centro di aggregazione sociale del Colle del Pionta, in un luogo centrale, favorevole e accessibile. Venerdì scorso c’è stata l’inaugurazione.
“Si tratta di un’attività a carattere solidale che viene intrapresa per la prima volta nella nostra città con lo scopo principale, tramite l’impegno dei soci volontari di Fiab, di riparare e rimettere in sesto bici consegnate da chiunque voglia donarle perché non ne fa più uso, per consentire poi di renderle disponibili gratuitamente a soggetti bisognosi indicati dai servizi sociali o da altre associazioni che operano, appunto, nel sociale”, spiegano gli amici della bici di Fiab (Federazione italiana ambiente bicicletta) che ha come presidente Enrico Valentini e leader storico l’ingegnere Giovanni Cardinali.
“L’iniziativa si colloca al termine di una promozione dell’uso della bicicletta che viene fatto ogni anno partendo da alcune scuole dell’obbligo dove è in corso il Pedibus, cioè l’ingresso a scuola dei bambini dopo una camminata iniziata dal punto di ritrovo indicato da Fiab ai genitori o ai nonni”.
Portare, poi, lezioni di ciclofficina all’interno di una scuola, spiegano all’associazione “costituisce anche la riscoperta di un lavoro manuale particolarmente apprezzato dagli insegnanti ed estremamente educativo per un bambino che si impegna con passione in alcune riparazione elementari”. In una città dove crescono le piste ciclabili ma la morsa del traffico veicolare è forte, sventola il vessillo di Fiab con l’invito a pedalare. E, ora, anche a regalare rottami che possono avere una seconda vita.
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