Cortona
La chiesa e un parrocchiano
A San Pietro a Cegliolo (Cortona) ora la gente spera che almeno nell’anno del Giubileo, il 2025, qualcosa si muova per la loro chiesa. Intanto però anche per questo Natale resterà tristemente chiusa. E’ così da quasi dieci anni.
Dichiarata inagibile dopo un sopralluogo dei vigili del fuoco, in tutto questo tempo non è stato fatto nulla per restituirla al culto. I fedeli con encomiabile spirito di appartenenza di tanto in tanto lanciano qualche messaggio, si danno da fare per sollecitare l’intervento della Curia e raccolgono soldi per i lavori che, sperano, prima o poi verranno fatti. Per l'Immacolata si è tenuta la cinquantesima edizione della Sagra della ciaccia fritta a cura del comitato e ne sono state servite ben 3 mila, prodotte con 6 quintali di farina e 2 di buon olio locale. Una mobilitazione generale tra la popolazione di questo spicchio di territorio Cortonese, tra la strada regionale 71 e le falde della montagna, tante case sparse e alcuni agglomerati.
Bei posti attraversati da strade bianche e viuzze asfaltate, con strutture ricettive, oliveti, campi. E la chiesa parrocchiale di San Pietro che resta lì, muta e desolatamente vuota. Tutto è iniziato con una tempesta di vento nel 2015 che fece volare via la croce di ferro sistemata sullo spiovente del tetto a capanna. Non proprio a piombo. Fatto sta che a seguito di una segnalazione, scattò un sopralluogo dal quale emersero problemi alla struttura, evidenziati da crepe nella parte del soffitto nella zona di ingresso.
Da allora stop. Nessuna notizia da Arezzo per quanto riguarda la previsione di lavori di restauro per riaprire la chiesa. Il tempo è passato e siamo alla vigilia di un altro Natale che vedrà i parrocchiani di Cegliolo e Mezzavia in trasferta a Sant’Eusebio dove celebra don Stanislao, il sacerdote che copre più zone partendo da La Fratta. Mentre nella chiesetta di San Pietro cominciano ad essere vistosi i segni dell’incuria. Pensare che sarebbe un gioiellino, con secoli di storia e di fede, con la particolarità delle centinaia di piccole fotografie sistemate alle pareti, in memoria dei congiunti passati a miglior vita.
Fu una iniziativa di don Ferruccio Lucarini, il compianto sacerdote il cui nome è legato a questo luogo, propiziatore tra le altre cose della Sagra della ciaccia fritta, momento di aggregazione del territorio. La gente di Cegliolo, oltre al gruzzolo messo da parte con le feste, avrebbe anche trovato disponibilità di imprese del settore edile che potrebbero venire incontro con materiali o altro. Ma quello che manca, a sentire la comunità, è proprio un progetto di restauro: così la gente del posto sollecita la Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro, ma anche il Comune che si faccia portavoce della richiesta. Speriamo nel Giubileo.
Ha collaborato Lilly Magi
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